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GESÙ MAESTRO:
UNA SPIRITUALITÀ PER LA MISSIONE


Orientamenti di Don Alberione alle Figlie di San Paolo

Atti del Seminario internazionale
su "Gesù, il Maestro"
(Ariccia, 14-24 ottobre 1996)

di Caterina Antonietta Martini fsp

 

Premessa

Mio compito è riferire come Don Alberione ha trasmesso la "devozione a Gesù Maestro" alle FSP e le ha aiutate a viverla. Il materiale di ricerca è vasto e purtroppo anche approssimativo non essendo ancora ultimata la sistematizzazione delle fonti(1); quindi la mia comunicazione non è che semplice inizio di un lavoro che dovrà essere portato a ben altra profondità e completezza. Secondo il tema del Seminario, ho limitato la ricerca al titolo di "Maestro". Accennerò appena a quanto Don Alberione ha detto alle FSP sul metodo "Via, Verità e Vita", ma terrò conto del trinomio quando esso è strettamente legato alla persona del Maestro.

Sul tema che stiamo affrontando il materiale alberioniano, di cui dispongono le FSP, è a vari livelli:

La mia ricerca si è limitata alle circolari, agli appunti manoscritti del 1923-28, alle meditazioni dattiloscritte del 1929-1932 e a quelle a stampa: un totale di 500 meditazioni circa; alle varie edizioni delle Costituzioni. Per l’Epistolario mi sono limitata alle lettere a Maestra Tecla e a poche altre.

Non sempre è stato facile identificare i destinatari, perché a volte le meditazioni sono state tenute a tutta la Famiglia – SSP, FSP, PD –, riunita insieme per la preghiera. Questo vale soprattutto per gli anni 1923-1933 (appunti manoscritti e dattiloscritti); 1952-1955, quando la predicazione era tenuta nella Cripta del Santuario Regina Apostolorum. Essendo patrimonio comune, di cui le Figlie hanno curato la stampa e a cui hanno attinto abbondantemente, non ho ritenuto opportuno fare distinzioni. (torna al sommario)

1. Fonti

Un discorso approfondito richiederebbe inoltre la identificazione delle fonti a cui Don Alberione, anche nel magistero orale, ha attinto per il discorso sul Maestro. Nella predicazione alle Figlie troviamo pochissimi nomi, perché egli quasi mai cita direttamente un autore, eppure esiste un sottofondo culturale. Tra i nomi menzionati con riferimento alla cristologia emergono: sant’Agostino, san Tommaso, sant’Alfonso, Berulle, Beaudenom, Pincelli, Marmion(2), ecc. Sovente s’incontra il riferimento compiacente a sant’Ignazio perché considera il Cristo nella sua globali(3), a san Giuliano Eymard che presenta l’Eucaristia come una cattedra da cui il Maestro insegna. Certamente è sotteso il magistero del can. Chiesa, ispiratore e primo formatore della Famiglia Paolina, proprio sul tema del Divin Maestro.

È uno studio quello delle fonti molto vasto che esula dai limiti di questa comunicazione. D’altra parte esso è approfondito con cura da don Antonio da Silva(4). Ma anche la comunicazione alle FSP non si può comprendere nella sua giusta valenza senza tener presente l’humus che la nutre. Sarà anche illuminante risalire alle pubblicazioni editoriali che Don Alberione ha promosso, specialmente negli anni tra le due guerre mondiali. In certo qual modo quelle pubblicazioni contengono molte luci sulla nostra spiritualità, in quanto riflettono le tendenze spirituali del Fondatore. (torna al sommario)

2. Significato di alcuni termini

Nella predicazione e anche nelle Costituzioni ricorrono i termini che caratterizzano il rapporto con il Maestro: culto, devozione o divozione(5), spiritualità. Come intenderli? Attingo a uno studio del P. Ch. A. Bernard(6), le cui definizioni teologiche mi sembrano assai vicine alla mentalità di Don Alberione. Lo studioso così descrive il significato dei tre termini:

Culto: s’intende il rapporto liturgico del credente con il mistero di Cristo che si celebra, «considerato oggetto prossimo di preghiera e di adorazione»;

Devozione o divozione: dal latino "devotio", si rifà al "votum" e significa la dedizione personale a un’altra persona. Non riguarda soltanto la celebrazione liturgica, ma l’atteggiamento interiore della persona e le diverse pratiche spirituali che fanno parte della devozione popolare, «la cui origine risale spesso all’esperienza dei grandi mistici».(7)

Spiritualità: manifesta l’aspetto più profondo della devozione e cioè che l’oggetto di una devozione può essere considerato all’interno di un progetto di vita spirituale, la quale tende alla pienezza della fede personalmente vissuta. «Chiamiamo quindi spiritualità la forma assunta dalla vita cristiana in quanto si rifà non alle pratiche cultuali ed esteriori, ma al dinamismo interiore di conoscenza e di adesione che tende alla pienezza della vita personal.(8)

Nella visione alberioniana è presente il contenuto di questi tre termini che danno ampiezza e profondità alla relazione con il Maestro divino, ma l’accento va piuttosto sull’aspetto che coinvolge tutta la persona e si trasforma in progetto spirituale di vita, cioè sulla devozione e sulla spiritualità. (torna al sommario)

3. Schema

La mia comunicazione segue uno schema che si è andato costruendo con una lettura cronologica del materiale disponibile. Ho diviso il frutto della mia ricerca in quattro parti che mi sembrano condurre a una certa sintesi:

  1. Gesù Maestro nell’insegnamento orale e scritto di Don Alberione alle FSP
  2. Gesù Maestro nella Regola di vita
  3. Gesù Maestro sorgente di una specifica spiritualità apostolica
  4. La risposta alla profezia alberioniana: Gesù Maestro nelle opere e nella vita spirituale di alcuni membri.

Al termine farò qualche considerazione sull’attualità della devozione a Gesù Maestro.

Nell’esposizione ritornano alcuni elementi già approfonditi da don Sgarbossa nella sua relazione, ma non li ho sempre sottaciuti, perché possono meglio illuminare un patrimonio spirituale che è comune. (torna al sommario)

Segue: Gesù Maestro nell'insegnamento orale e scritto di Don Alberione

 

           Gesù Il Maestro, ieri, oggi e sempre

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