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GESÙ, IL MAESTRO

nella spiritualità secondo Don Alberione

Atti del Seminario internazionale
su "Gesù, il Maestro"
(Ariccia, 14-24 ottobre 1996)

di Guido Gandolfo ssp

 

Note

1 - Conosciamo, almeno per alcuni anni, luoghi e date in cui Don Alberione ha vissuto diversi corsi di esercizi spirituali, prevalentemente secondo il metodo di Sant’Ignazio: 1) a Sant’Ignazio di Lanzo Torinese (Torino), luglio 1909; 2) nello stesso luogo, luglio 1910 e 1911; 3) nel Seminario diocesano di Alba, nel 1912; 4) nello stesso luogo, nel 1913; 5) nello stesso luogo, nel 1914; 6) presso i Padri Sacramentini di Torino, nel luglio 1916...; 7) nel Seminario diocesano di Alba, nel 1920; 8) a San Mauro Torinese (Torino), dal 4 al 10 giugno 1922; 9) presso la Piccola Casa del Cottolengo di Torino, nel 1923; 10) a Susa (Torino), nell’agosto 1924; 11) a Roma, nel 1926. (Cf G. Barbero, Il Sacerdote Giacomo Alberione, un uomo - un’idea, Roma 1991, 175). (torna al testo)

2 - Giacomo Alberione, Donec formetur Christus in vobis, Appunti di meditazioni ed istruzioni del Primo Maestro, Edizione critica a cura di Andrea Damino ssp, EP 1984, Casa Generalizia della SSP. – Circa la datazione di questo scritto occorre «prendere in considerazione anche due quaderni manoscritti della Prima Maestra Tecla Merlo, e cinque quaderni di Maestra Teresa Raballo, che, tra l’altro, ribaltano la datazione di Donec formetur, portandola almeno fino al 1927» (cf A. F. da Silva, Testo, struttura e proposta formativa del Donec formetur Christus in vobis, Relazione al Corso di Formazione Spirituale Paolina, Roma 1990, inedito). (torna al testo)

3 - Per un approfondimento di quest’opera del Fondatore, cf Sara Schena, La meta della Formazione Paolina in "Donec formetur Christus in vobis" di Don Giacomo Alberione, dissert. di lic., Istituto di Spiritualità, PUG, Roma 1985, e la documentazione (inedita) del "Corso di Spiritualità Paolina secondo Don Giacomo Alberione a partire dall’opera Donec formetur Christus in vobis", Roma, 23-30 settembre 1990. Di tale documentazione segnaliamo in particolare: A. Martini, Donec formetur nell’ambiente formativo paolino; A. F. da Silva, Testo, struttura e proposta formativa del Donec formetur; M. Regina Cesarato, L’espressione di Ga 4,19 chiave di lettura della formazione secondo San Paolo; A. Colacrai, Gv 14,6 come sfondo del Donec formetur; T. Pérez, Valenze antropologiche e filosofiche della formazione spirituale paolina. - In merito a questo tema in generale, cf K. Burski, Donec formetur Christus in vobis: Ga 4,19 come un principio ispiratore per la formazione paolina in Don Giacomo Alberione, dissertaz. ad licentiam, PUG Ist. di Spir., Roma 1996. (torna al testo)

4 - Sarà molto utile confrontare questo testo con un passo collocato all’inizio del percorso (DF 15) con il significativo titolo di "La chiave della vita":

«1. La vita nella sua essenza è: preparazione all’eternità: preparazione libera, dai più trascurata; preparazione soprannaturale. Ci prepariamo la nostra eternità: "Ibit homo in domum aeternitatis suae".

Preparazione:

2. Della mente, essendo il Paradiso visione; della volontà, essendo il paradiso confermazione nel bene sommo, Dio; del cuore, essendo il cielo gaudio; del corpo destinato alla risurrezione e alle doti gloriose e alla soddisfazione dei giusti suoi desideri.

3. La preparazione della mente si fa colla fede; la preparazione della volontà si fa osservando i Comandamenti e in genere col far la volontà Divina; la preparazione del cuore con la grazia e l’accrescimento di essa; [la] preparazione del corpo col tenerlo soggetto alla ragione e [alla] fede, e [col] mortificarlo da quanto è illecito».

(Per quanto esposto in questo paragrafo e per il titolo stesso, Don Alberione è debitore alla nota opera del Can. Chiesa: cf F. Chiesa, La chiave della vita, Alba-Roma, Pia Società San Paolo, 1927). (torna al testo)

5 - Cf DF 43: 1. La vita è una prova. Concetto questo fondamentale e direttivo. Il Paradiso, stato soprannaturale, è insieme misericordia di Dio e premio (o merces) nostro. [...] 2. Brevissima prova. Di fronte all’eternità è cosa di un momento la vita: [...] 3. Unica ed irreparabile prova. Si vive e si muore una sola volta... Formarsi il concetto esatto della vita; non essere giocati dalla fantasia giovanile, né dal mondo menzognero, né dalla impressione delle cose sensibili: ma unicamente guidati dalla ragione e dalla fede... (torna al testo)

6 - Molto acutamente Don Giovanni Roatta, nel suo studio Gesù Maestro, sottolinea che il magistero nasce nel campo dello sviluppo umano, per cui il maestro può essere definito come "la forma dello sviluppo umano": cf G. Roatta, Gesù Maestro, Edizioni Paoline, Alba 1955, 11ss. – Precedentemente, il Can. Francesco Chiesa aveva dimostrato che la "proprietà caratteristica del magistero di Cristo" è la carità, o l’amore del Cristo Dio-uomo: "Christus est vera, concreta et perennis personificatio charitatis Dei erga homines, et perfectum exemplar amoris hominis erga Deum et proximum" (Cf F. Chiesa, Lectiones theologiae dogmaticae recentiori mentalitati accomodatae, vol. I, Tractatus de constitutione theologicae mentalitatis, MCMXXXII, Appendix I, 749ss). (torna al testo)

7 - Cf Presentazione, in C. T. Dragone, "Maestro Via Verità e Vita", 1961, vol. I, 5-6. Ma già nei Quaderni manoscritti (anteriori al 1913), che contengono ricerche personali e soprattutto le meditazioni tenute ai giovani del Seminario di Alba, si coglie come D. Alberione, formatore dei chierici, all’interno delle devozioni tradizionali riguardanti la persona di Gesù (il Sacro Cuore e l’Eucarestia) si riferisca al Divin Maestro. Dall’analisi di questi pochi riferimenti emergono con chiarezza alcuni dati già significanti per lo sviluppo in cui si articolerà in seguito l’esperienza e la direzione spirituale del nostro Fondatore: «Gesù è il divin Maestro, il buon Maestro, il gran Maestro, il solo Maestro di tutti, il Maestro indicatoci da Dio, il Maestro universale, nostro Maestro, Maestro per natura. È sapienza increata ed eterna, colui che insegna con l’esempio e comunica alla volontà debole la grazia medicinale. È maestro vivente che ci ammaestra dal Tabernacolo con i suoi esempi di più alta virtù. È primo educatore che purifica e santifica col fuoco della Pentecoste le virtù innate degli apostoli. Il Divin Maestro delinea la missione del sacerdote apostolo. È Maestro dalla grotta di Betlemme, sapienza eterna che insegna la povertà. Primo educatore è Maestro che rispetta la libertà dell’uomo: non lo salva "di peso". È Maestro per natura in quanto sapienza increata. Oggetto del suo insegnamento è la salvezza eterna: in che modo ottenerla e che fare per condurvi altri». (torna al testo)

8 - L’Esortazione apostolica post-sinodale Vita consecrata torna ripetutamente sul tema della "conformazione" a Cristo. Nel n. 16, tale atteggiamento è presentato come "adesione «conformativa»" e "immedesimazione «conformativa»".(torna al testo)

9 - In un importante scritto del 1949 Don Alberione presenterà la conformazione come "dato di fatto" del Paolino/a al momento del giudizio finale: «Quando l’anima si presenterà a Gesù Giudice, Egli scorgerà in essa come un altro Se stesso: "conformes fieri imagini Filii sui"; la presenterà a Dio che vi vedrà la somiglianza con l’Augusta Trinità, somiglianza ristabilita da Gesù Cristo medesimo. Se ne compiacerà e l’anima canterà in eterno: Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto» (Introduzione, in S. Lamera, Gesù Maestro Via, Verità e Vita, Appunti, E.P., Alba 1949). (torna al testo)

10 - Come si ricorderà, è questo un aspetto messo in grande rilievo dalle relazioni e riflessioni del recente Seminario Internazionale sulla Formazione paolina integrale orientata alla missione (Ariccia, 12-23 ottobre 1994). Si leggano, in particolare, le relazioni di don Renato Perino, don Silvio Sassi e P. Santiago M. González Silva cmf, e il Documento conclusivo del Governo Generale in Formazione paolina per la missione, Società San Paolo, aprile 1995. (torna al testo)

11 - Ad esempio: "Chi prega ogni giorno otterrà la grazia di pregare meglio; chi prega, attesta di riconoscere il bisogno di Dio e la fiducia di ottenere: finché santamente ci ostiniamo a chiedere, dimostriamo di avere fede, speranza, carità..." (SP 20.8.1937, cf CISP 100ss). (torna al testo)

12 - Tali accenni verranno ampiamente sviluppati, com’è noto, in un volume apposito: Sac. G. Alberione, p.s.s.p., Apostolato stampa, Alba, Pia Società S. Paolo, [1933]. (torna al testo)

13 - Ricordiamo i tratti specifici con cui, nel notissimo testo di Abundantes divitiae gratiae suae, l’Alberione delinea l’apostolo San Paolo e in lui il discepolo per eccellenza del Maestro Divino: «Ma se poi si passa allo studio di S. Paolo, si trova il Discepolo che conosce il Maestro Divino nella sua pienezza; egli lo vive tutto; ne scandaglia i profondi misteri della dottrina, del cuore, della santità, della umanità e divinità: lo vede dottore, ostia, sacerdote; ci presenta il Cristo totale come già si era definito, Via, Verità e Vita» (AD 159). (torna al testo)

14 - «Vita purgativa, vita illuminativa et vita unitiva intendunt trinum gradum moralis conformitatis supernaturalis cum Deo unitrino. Purgatio enim intendit puritatem, illuminatio intendit veritatis cognitionem, unio intendit majorem charitatem et unionem. – Atqui, puritas refertur ad Patrem, qui non solum est purissimus ac simplicissimus Spiritus, sed etiam in nulla specie sensibili unquam hominibus apparuit; veritas refertur ad Filium; charitas refertur ad Spiritum Sanctum. – Ergo exemplarismus etiam in trina vita praedicta elucet» (Cf E. Dubois, De exemplarismo divino, vol. IV, parte II, libro II, articolo II, 471, citato in A. F. da Silva, Il cammino degli esercizi spirituali nel pensiero di Don G. Alberione, Ariccia 1981, 79). (torna al testo)

15 - Pur un più fondato approccio al pensiero del Fondatore è necessario attenerci alla classificazione delle "tre vie", da lui seguita. La "cultura" attuale preferirebbe probabilmente altre espressioni: P. Stefano de Fiores – voce Itinerario spirituale, in Nuovo Dizionario di spiritualità, San Paolo 1994, 787ss – propone i seguenti tre momenti: 1) iniziazione cristiana, 2) maturazione spirituale, 3) unificazione mistica. (torna al testo)

16 - «Domine Jesu, noverim me, noverim Te / Nec aliquid cupiam nisi Te». [«Signore Gesù, che io conosca me, che io conosca Te / Che io non desideri che Te»] – «Hæc est vita æterna, ut cognoscant te et quem misisti» [«Questa è la vita eterna: che conoscano Te e colui che hai mandato»]. (torna al testo)

17 - È ben nota l’insistenza con cui il Fondatore è tornato sul dovere di sviluppare la facoltà dell’intelligenza, proprio come risposta alle diverse "manifestazioni" di Gesù-Verità. Ricordiamo in proposito che egli dedicò gli articoli del San Paolo dal settembre 1954 al maggio 1955 al tema "Amerai il Signore con tutta la tua mente", con lo scopo di portare la persona al massimo e soprannaturale sviluppo nel Cristo Maestro, cominciando dalla consegna della mente. «La persona umana ha la sua nobiltà specialmente per la sua intelligenza; per cui è immagine e somiglianza di Dio. L’ossequio principale a Dio si fa piegando la mente: "con le ginocchia della mente inchine"; e facendone un saggio uso per conoscere Dio e le cose di servizio di Dio» (SP sett. 1954; cf CISP 1124). (torna al testo)

18 - "Mente" del Cristo Gesù che già ora possediamo, secondo la parola di San Paolo ai Corinti (1Co 2,16: «Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo»). (torna al testo)

19 - In merito a queste parole, che il Fondatore ricevette nel "sogno" come risposta e "rassicurazione" da parte del Maestro Divino, cf AD 150-158. (torna al testo)

20 - Per questa immagine dell’esame di coscienza paragonabile all’orologio Don Alberione si ispira probabilmente ad un passo della Filotea di San Francesco di Sales (parte seconda, capitoli I-IX, parte quinta, cap. I). (torna al testo)

           Gesù Il Maestro, ieri, oggi e sempre

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