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IL MAESTRO-PASTORE:
l’eredità di don Alberione
alle Suore Pastorelle

Atti del Seminario internazionale
su "Gesù, il Maestro"
(Ariccia, 14-24 ottobre 1996)

di Elena Bosetti sgbp

 

2. Il Buon Pastore Via Verità e Vita

Le Pastorelle pongono «al centro dell’esistenza Gesù Via, Verità e Vita, Pastore Divin.(22) Il riferimento al Buon Pastore porta dunque le impronte inconfondibili della spiritualità paolina.(23) Anche nella quarta Congregazione batte a pieno ritmo il cuore che pulsa nell’intera Famiglia! (torna al sommario)

2.1. Fin dall’inizio

Don Alberione ha interpretato costantemente il vangelo del Buon Pastore (Gv 10,1-18) nella prospettiva di Gv 14,6. Già nella sua prima visita alla neonata comunità di Genzano spiegava che il Buon Pastore è Via Verità e Vita.(24) Le postulanti che si preparavano a vestire l’abito delle Pastorelle erano invitate a rivestirsi delle virtù di Gesù Buon Pastore, il quale può dire di sé: "Io sono la Via, la Verità, la Vita."(25)

Il collegamento dei due testi è espresso sinteticamente nella formula "Gesù Buon Pastore Via Verità e Vita",(26) una sintesi che deve informare la preghiera e l’intera dinamica esistenziale, l’ascetica e l’apostolato. In una bella meditazione del settembre 1942 il Fondatore domanda: «Chi è il buon pastore?» E risponde: «È colui che si fa per il suo gregge, ad imitazione di Gesù Cristo, Via, Verità e Vita». Quindi spiega: «Via, cioè modello. Il Buon Pastore indica al popolo la via più con la sua vita che con la sua parola... Egli ci pasce coi suoi santi esempi. – Verità, Gesù insegnò le verità più alte, necessarie a tutti, in maniera facile, pratica. La sua dottrina ci viene trasmessa dalla Chiesa nei catechismi e nelle prediche. Essa riempì i trattati di teologia e le biblioteche. A tutti è necessario possederla in qualche misura. Gesù pasce con la dottrina. – Vita, Gesù Buon Pastore ci fa vivere con la sua propria vita. "La mia vita è Cristo" (Fl 1,21), dice San Paolo. Per riacquistarci questa vita Gesù è morto sulla croce. Il Buon Pastore dà la vita per le sue pecorelle... Gesù pasce i nostri cuor.(27)

Si tratta di un’istanza di completezza assai cara al Fondatore, il quale afferma: «Gesù ha dato tante definizioni di sé ma la più completa è certamente questa: "Io sono la Via, la Verità e la Vita". Le Famiglie Paoline hanno Gesù completo come modello, perché questa devozione porta tutto l’uomo a Dio: mente, volontà e cuor.(28) In breve: il "vivere di Gesù Buon Pastore" è proposto dall’Alberione nella forma del "Via, Verità e Vita". (torna al sommario)

2.2. Definizioni complementari

Si nota infine un certo bisogno di giustificazione teorica, o per lo meno il desiderio di mostrare la convenienza del collegamento di Gv 10,11 e 14,6. Durante gli Esercizi del dicembre 1948 egli afferma: «Le due definizioni "Ego sum Pastor Bonus" (Gv 10,11) e "Ego sum Via, Veritas et Vita" (Gv 14,6) si completan.(29) E vede bene. I due testi infatti sono collegati anche nella Liturgia, e precisamente nell’antifona al Benedictus della domenica del Buon Pastore (II dopo Pasqua nel Breviario Romano del 1914 familiare a Don Alberione, IV domenica di Pasqua nell’attuale Liturgia delle Ore). Il testo in latino recita: "Ego sum Pastor ovium: Ego sum Via, Veritas ed Vita. Ego sum Pastor bonus, et cognosco oves meas, et cognoscunt me meae, Alleluja, Alleluja".

Una delle riflessioni più elaborate di Don Alberione sul rapporto tra Gv 10,11 e 14,6 la si trova in una predica del 1959, di cui cito tre passi principali:

«Il vostro spirito è incentrato in Gesù Buon Pastore, Gesù considerato sotto questo altissimo titolo, che egli medesimo si è scelto: "Io sono il Buon Pastore" (Gv 10,11)... Però Gesù disse anche: "Io sono la Via, la Verità e la Vita"...

Se da una parte vi è lo spirito pastorale, dall’altra questo spirito pastorale si ha da vivere completamente. E allora sia come nostra santificazione e sia come apostolato, sempre modellarsi come metodo sotto questa invocazione, sopra questa definizione che Gesù ha dato di se stesso: "Io sono la Via, la Verità e la Vita"...

Che cosa significa? Significa che tutto il lavoro spirituale e anche lo studio, massimamente poi l’apostolato, hanno da tener presente, hanno da prender lo spirito che è indicato in questa definizione: Gesù Maestro (!) Via, Verità e Vit.(30)

Anche qui è evidente una preoccupazione di sintesi: se Gv 10 dice in forma eminente lo spirito pastorale della Congregazione, Gv 14,6 dice la completezza con cui questo spirito va interpretato e vissuto. Nel 1960 Don Alberione parlerà di «spiritualità paolina secondo il Buon Pastore».(31) (torna al sommario)

3. Il Buon Pastore Eucaristico

Anziché di "Maestro Eucaristico", alle Pastorelle Don Alberione parla di "Buon Pastore Eucaristico", ma le due formule sono gemelle e riconducono alla medesima fonte sorgiva.(32) Anche le Pastorelle sono nate dall’Ostia! In una lettera del primo gennaio 1948 scrive:

«Voi siete nate ed alimentate dal Buon Pastore Eucaristico; nel 1911 secondo il pensiero e il desiderio: quando un gruppo di Sacerdoti si stabilì di pregare e di offrire sacrifici perché la Chiesa avesse presto un Istituto Cooperatore allo zelo dei Pastori di anime. Poi dal 1923 siete state nelle intenzioni che io mettevo nelle adorazioni diurne e notturne delle Pie Discepole. Camminate sicure, appoggiate al Buon Pastore Eucaristic.(33)

L’Eucarestia realizza la promessa della presenza continua del Buon Pastore in mezzo al suo popolo e il singolare paradosso dell’amore, il "farsi cibo" per le pecorelle. Don Alberione esprime lo stupore per tutto questo: «Vi adoriamo o Gesù Pastore eterno del genere umano! Voi abitate nel Tabernacolo per stare continuamente in mezzo al vostro gregge. Di qui lo nutrite, lo custodite, lo guidate all’ovile celest.(34) Gesù è il Pastore che dà se stesso in nutrimento: «Il pastore nutre le pecorelle e Gesù dà il Pane Eucaristico, dà se stesso in nutrimento. Quale cibo più prezioso? Il Figlio di Dio incarnato.(35)

Inoltre presenta la Liturgia come il luogo privilegiato per conoscere il Buon Pastore: «Lo conoscerete in fractione panis (Lc 24,35) in primo luogo. Lo conoscerete a misura che fate bene la comunione e fate bene la visita al SS. Sacramento. Cognoverunt eum in fractione pani.(36)

Si osserva infine che la stessa dizione "Pastore Eucaristico" esprime un collegamento che ha profonde radici nella tradizione biblico-liturgica, dal Sal 23 dove il Pastore divino prepara la mensa, alla sequenza "Lauda Sion": "Bone Pastor, panis vere, tu nos pasce nos tuere...".(torna al sommario)

Segue:Accanto ai pastori della Chiesa

 

           Gesù Il Maestro, ieri, oggi e sempre

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