Nell’ultima domenica di settembre 2024, ventiseiesimo di Tempo Ordinario dell’Anno Liturgico B, che coincideva con la festa degli arcangeli Michaele, Raffaele e Gabriele, presso la basilica Regina degli Apostoli, nello spirito paolino ereditato dal beato Giacomo Alberione, il Vicario Generale della Società San Paolo, don Boguslaw Zeman ha presieduto la celebrazione eucaristica di apertura dell’esperienza di formazione in vista della professione perpetua dei dodici juniores della Società San Paolo provenienti da diverse circoscrizioni: Anselme Malengera, Christian-Reddy Nzashi, Edouard Muteba e Walter Colombo (Italia), Hyeop Anselmo Hwangbo e Jingeun Francesco Ji (Corea del Sud), Archip-Joseph Mukoko (Congo Kinshasa); Christian Dino, Leidson de Farias Barros e Rodrigo Moura (Brasile-Portugallo-Angola) e Gem Haileth e Mark Puyong (Fillipine-Macau) e loro Formatore, don Oliverio Mondragon (Messico).
Collocando le letture domenicali con la circostanza, il Vicario Generale si è soffermato sulla parola “amore”, ricordando innanzitutto due aspetti concerti di vita cristiana: d’una parte, Giovanni ci rintraccia la beltà e la bontà dell’incarnazione dato che ci mostra l’immensità dell’amore di Dio che ci fa diventare figli nel Figlio, però come lo descrive? Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente (1Gv 3,1). Per don Boguslaw, «la chiave di lettura di questa domenica è «l’amore di Dio per ciascuno di noi che nessun altra cosa in questo mondo può togliercelo». E quindi, dobbiamo esserne grati..
Dio non si limita lì, anzi ci offra tante belle cose e noi non dobbiamo cercare quelle straordinarie, anzi impariamo a notare in primis quelle semplici, ordinarie, quotidiane: il nuovo giorno, il sole del cielo, la vita, il prossimo, la famiglia, la gentilezza di qualcuno, il pane quotidiano, ecc. Ci vuole anche imparare a notare il dono di bene, dei talenti, delle capacità, delle possibilità che il Creatore ci da ogni giorno ed esserne davvero grati. Il secondo aspetto è infatti come Dio ama gli altri perché da questo deriva i suoi doni in cui ci conceda. Per cui, non dobbiamo essere gelosi, invidiosi, ingiusti… In realtà, questa carità di Dio ha come conseguenza: la condivisione con gli altri del dono dell’amore come ci ricorda il Vangelo».
E, prosegue il Vicario dicendo: «chi non è contro di noi e per noi (Mc 9,38). Con questa farse Gesù ci apre gli occhi e crea una comunità più grande che solo i dodici! Ecco perché dobbiamo condividere con gli altri la bellezza della nostra vocazione. Di per per sé la famiglia, la parrocchia, la congregazione sono le comunità, i luoghi in cui dobbiamo testimoniare ampiamente la nostra vocazione: la chiamata all’amore».
Ha ribadito ancora il Vicario Generale sottolineato in fine che «questo periodo di preparazione alla perpetua non può essere confuso ne trattato come una formalità, una ripetizione delle lezioni già viste, oppure una ripetizione di formazione sul carisma paolino, anzi si tratta di approfondire la consapevolezza dell’amore di Dio per ciascuno di voi, cari giovani. Perché la vostra vocazione è nata dal suo amore. Si tratta dunque di essere responsabile dei doni ricevuti da Dio e di sapere vivere e svilupparli in comunità, condividendone con gli altri col senso di appartenenza. E, ha concluso l’omelia ricordando ai giovani professandi della perpetua di non dimenticare di usare bene gli occhi, le mani, le labbra, ecc. »
Perciò, in quattro mesi (ottobre, novembre, dicembre 2024 e gennaio 2025), i nostri confratelli juniores, dopo di aver ben studiato nei mesi precedenti la lingua italiana in Puglia (Bari), ora beneficeranno una formazione specifica paolina, alternando lezioni con diversi sacerdoti Paolini e impegni apostolici specifici, oltre allo studio personale. Il programma delle lezioni di questa edizione (settembre 2024 – gennaio 2025), preparato dai consiglieri generali del SIF, don Johnson Vattakunnel e don Allan Gamutan, provvede tre luoghi importanti in cui si svolgeranno le lezioni: Roma, Alba e Cinisello Balsamo (MI), le testimonianze apostolico-religiose di qualche confratello maggiore e anche uno sviluppo molto ampio del pensiero del Fondatore, beato Giacomo Alberione, la storia carismatica della Famiglia Paolina, la vita comunitaria come comunione di vita, il nostro carisma, l’apostolato, la consacrazione religiosa e anche la partecipazione al Festival Biblico visto che toccherà le problematiche dell’Intelligenza Artificiale, ovviamente con l’aiuto di don Ampelio Crema, ssp in quanto Superiore della comunità paolina di Cinisello Balsamo e Presidente dei Centri Culturali San Paolo in Italie e Membro di presidium di Festival Biblico.
Poi, alla seconda metà di ottobre, questi giovani parteciperanno con grande profitto al Seminario sulla pastorale vocazionale che si svolgerà ad Ariccia (RM) per discernere anche sulla loro chiamata e appartenenza alla Congregazione in vista di proiettarsi consapevolmente nel futuro; rafforzarsi anche dall’esperienza sui luoghi di don Alberione e sui passi di san Paolo. Tutto questo in vista di unificare il pensiero, il linguaggio e la forza della comunicazione secondo lo spirito di Paolo.
In realtà, questa edizione di preparazione alla professione perpetua coincide col primo grande appuntamento che darà via al Giubileo ordinario del 2025, annunciato da papa Francesco il 9 maggio scorso con la bolla di indizione, Spe non confundit. Una vera speciale occasione di rinnovamento personale per questi giovani paolini e di arricchimento spirituale in unione con la Chiesa, pellegrina nel mondo. Per cui, l’eloquente simbolo della Porta Santa, attraversata dei fedeli a Roma ricorderà ciascuno di loro che « noi siamo tutti pellegrini, tutti in cammino, chiamati insieme a un’unione più profonda col Signore Gesù e alla disponibilità alla forza della sua grazia, che trasforma la nostra vita e il mondo in cui viviamo » (Papa Francesco).
Il Romano Pontefice aprirà la porta santa della Basilica San Pietro il prossimo 24 dicembre 2024, quella della sua cattedra: la basilica San Giovanni in Laterano, domenica 29 dicembre 2024, di Santa Maria Maggiore, il 1° gennaio 2025, per finire con quella della basilica di San Paolo Fuori le mura, domenica 5 gennaio 2025 (a circa 350 metri della Casa generalizia della Società San Paolo, dove abitano i nostri professandi). Ecco un altro motivo, un momento ricco di fede e di speranza in Dio per il dono di vocazione paolina, specialmente quello di vivere in carne e ossa il Giubileo mentre ci si prepara a concludere il proprio curcus formativo nella Società San Paolo. Concludiamo condividendo questo pensiero di padre Enzo Fortunato: «il Giubileo ci chiede di essere testimoni dell’amore di Dio». Effettivamente, i nostri dodici juniores – provenienti da quattro continenti – vivranno in carne e ossa questo kairos cristiano, un motivo di rimanere fiducioso a Dio e di sperare solo e sempre in Lui.