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Sex., Jul.

Il 22 aprile scorso alle ore 12,40 (ora locale) è deceduto presso il Clove Lakes Health Care di Staten Island (New York, Stati Uniti) il Discepolo del Divin Maestro 

FRATEL EDWARD ROBERT KONRAD
81 anni di età, 58 di vita paolina e 54 di professione religiosa

Fratel Robert è deceduto nella struttura sanitaria dove era stato ricoverato l’8 aprile 2016, quando ha sofferto un grave ictus, che gli ha semiparalizzato il corpo, costringendolo per 4 anni a una quasi totale immobilità. Da qualche settimana le sue condizioni fisiche, già provate, hanno subito un ulteriore peggioramento per i continui colpi di febbre e la perdita dell’appetito, uniti ad altri sintomi tipici del coronavirus, che probabilmente ne ha causato il decesso. Maggiori informazioni, data l’at­tu­­ale situazione di emergenza negli ospedali di New York, al momento non è dato ottenere. Per le stesse ragioni non è possibile stabilire la data e il luogo del funerale e il luogo della sua sepoltura, come del resto è accaduto anche per fratel Kevin Cahill e fratel Lawrence Schubert, recentemente scomparsi a Staten Island in circostanze analoghe.

Edward nasce l’11 novembre 1938 a Reading, Ohio, non lontano da Cincinnati. Figlio unico di Anthony e Florence William, perde in tenerissima età il padre. La mamma, risposatasi, lo cresce con amore,  non facendogli mancare l’istruzione (a 18 anni consegue il diploma di High School) e una sana crescita spirituale. Entra in Congregazione a Staten Island il 1° febbraio 1962. Un anno dopo inizia il noviziato che conclude l’8 settembre 1965 con la prima professione, quando assume il nome di Robert, con cui di lì in poi sarà comunemente conosciuto.

Fin da giovane, come attestano i formatori, manifesta spiccate doti relazionali, che lo aiuteranno negli anni di apostolato, soprattutto quando sarà chiamato ad operare a contatto col pubblico. Il 23 agosto 1970 professa in perpetuo i voti religiosi alla St. Elizabeth Church di Cincinnati.

Negli anni Settanta lo troviamo come prima destinazione a Staten Island, nel reparto spedizioni della Alba House Publishing. Dieci anni volano in fretta e nel 1981 viene trasferito a Dearborn, in Michigan, dove gli viene chiesto di assumere la direzione della locale libreria. Un incarico impegnativo, una fatica apostolica che porta avanti fedelmente fino al gennaio 1990, quando torna a Staten Island. Qui è impegnato nella legatoria e, successivamente, nel reparto marketing della Alba House, con il compito di contattare i clienti per promuovere i nostri prodotti di apostolato e rispondere alle loro richieste. Indimenticabile, al termine della newsletter che inviava, il suo bel volto sorridente, rassicurante, accompagnato dalla scritta: «Per qualunque informazione chiama Brother Bob!».

 Una passione Brother Bob ha sempre mantenuto, fin dagli anni della sua prima formazione: quella del ministero del sacrestano. In tutte le comunità in cui ha vissuto ha sempre servito con gioia il Signore anche in questa preziosa, umile opera. Uomo pieno di interessi, durante i molti anni trascorsi a New York amava spesso visitare la città, in particolare la Cattedrale di San Patrizio a Manhattan. Durante gli anni in cui, paralizzato in metà del corpo, era ricoverato al Clove Lakes Health Care di Staten Island assistito dai confratelli, non ha mai mancato di essere informato sulla vita della Provincia, sempre pronto a dare buoni consigli e a pregare per ogni iniziativa.

Questo nostro fratello sarà sempre ricordato per il suo sorriso, per la sua giovialità e positività, doti che, secondo una frase attribuita a santa  Teresa di Calcutta, hanno il loro inizio con la pace del cuore. Del suo sorriso attestano su facebook anche diversi fedeli che frequentano la nostra cappella di Staten Island. Tra questi citiamo il sig. James A. Haynes IV: «Ricor­derò sempre di essere andato nella cappella dei Paolini la domenica per la Messa, e una delle prime persone ad accogliere me e mia moglie alla porta era sempre lui. Un sorriso e una personalità così grandi che ci mancherà». Sottoscriviamo questo ultimo commiato scritto da un fedele laico, testimonianza di un confratello che ha amato fino all’ultimo respiro la vocazione paolina.

 

Roma, 23 aprile 2020                       

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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La vida humana, la vida cristiana, la vida religiosa... todo esto está ordenado a la vida celestial, es decir, la que es vida verdadera, eterna, feliz, ya que el Padre celestial nos ha puesto aquí, en la tierra, por un tiempo, después de habernos creado, para que pudiéramos darle prueba de amor (APD56, 413).

04 julho 2024

Human life, Christian life, religious life... all of this is ordered to heavenly life, that is, the one that is true, eternal, happy life, since the heavenly Father has placed us here, on earth for some time, after having created us, so that we could give proof of our love to him (APD56, 413).