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Jue, Jul

Alle ore 19.25 (ora locale) di sabato 3 giugno 2023, è deceduto a Parigi (Hôpital de la Salpêtrière) a causa di un arresto cardiaco

DON IGNAZIO ERMINIO CAU
77 anni di età, 63 di vita paolina, 55 di professione e 43 di sacerdozio

Ignazio nasce ad Albagiara (Oristano, Sardegna) il 6 gennaio 1946, secondo di sei figli (due fratelli e quattro sorelle), dai genitori Carmelo ed Erminia Macis. Entra nella comunità di Roma il 26 settembre 1959. Inizia il Noviziato il 7 settembre 1965, emette la Prima professione religiosa il 20 agosto 1967, assumendo il nome di Erminio, si consacra definitivamente con la Professione perpetua l’8 settembre 1975 a Sherbrooke (Canada) e viene ordinato sacerdote il 21 luglio 1979 ad Albagiara.

Don Ignazio – già destinato durante lo juniorato a svolgere la sua missione in Canada – appena ordinato sacerdote è già impegnato nella Direzione del Centro Edizione Paoline a Montréal (Canada), dove assumerà via via diversi incarichi: Superiore regionale (due mandati), Consigliere ed economo regionale, Responsabile del Centro comunicazioni e missione, Coordinatore dell'area commerciale e amministrativa. Dal 2001 al 2008 è Superiore regionale quando Canada e Francia vengono unite in una sola Regione (2003); nel 2005 lascia il Canada e si trasferisce ad Arpajon (Francia). Nel 2008 è Consigliere regionale e Direttore generale dell’Apostolato; continuerà a svolgere il suo servizio di Consigliere per alcuni anni e, insieme, quello di Vice-Direttore generale dell’apostolato fino alla chiusura della casa di Arpajon, quando si trasferirà a Nogent-sur-Marne (Francia).

La vita paolina di don Ignazio è stata spesa tutta nella Regione Canada-Francia. Basterebbe il sorriso pieno e sereno della foto per testimoniare il suo amore per la missione paolina, vissuta con gioia, convinzione e generosità, più con i fatti che con le parole. È deceduto di sabato, giorno dedicato a Maria, a cui si affidava filialmente ma con riservatezza, secondo il suo stile, e alle soglie della solennità della Santissima Trinità: don Ignazio ha tradotto un aspetto di questo mistero di fede con uno stile di vita improntato alla relazione, alla comunione, all’accoglienza.

Nell’apostolato, don Ignazio ha profuso le sue capacità di analisi e di sintesi, divenendo un punto di riferimento per le questioni amministrative e di organizzazione. Possiamo dire di lui che era in qualche modo la memoria viva, l’archivio dati ordinato e dettagliato della Regione. Per l’apostolato ha dato il meglio di sé con una generosità piena, incapace di un rifiuto ad una richiesta di collaborazione o di aiuto. Di fronte alle difficoltà e ai problemi più complessi, opponeva la tenacia tipica del carattere sardo pur cedendo, quando necessario, al compromesso ragionevole.

Come Direttore generale era la persona dell’ascolto e della promozione del lavoro in équipe, sempre alla ricerca del più largo consenso per il bene delle opere. Esigente con sé stesso, sapeva riconoscere il bene in ognuno; riusciva ad accogliere tutti e tutto, senza giudicare, con benevolenza, per far scaturire dal confronto la luce al di là delle difficoltà.

Nel campo editoriale dobbiamo a lui l’apertura del settore della letteratura giovanile e degli album illustrati. Era anche autore di una ricerca sullo sviluppo dell’editoria canadese di lingua francese, molto apprezzata e punto di riferimento dell’industria del libro nel Québec.

Don Ignazio ha assunto più volte il servizio dell’autorità. Lo ha svolto con la carica di umanità che gli era da tutti riconosciuta, nel rispetto e nell’ac­coglienza di ogni confratello. Viveva pienamente la spiritualità paolina ma non la ostentava. Il ministero sacerdotale che ha svolto nelle diverse occasioni era ricco dell’umanità di Gesù e per questo molto apprezzato.

Quella di don Ignazio è stata una vita paolina ricca, vissuta sotto i riflettori, se si può dire così, ma lui ha sempre rifiutato di mettersi in luce. Uomo di servizio, preferiva l’umiltà e la disponibilità. Sapeva anche essere garbatamente ironico, dote preziosa nel contesto della vita comune.

Da molti anni affetto da mieloma multiplo (tumore del midollo osseo), fino alla fine ha dato il suo contributo nell’apostolato, compatibilmente con i disagi della malattia che lo ha portato all’arresto cardiaco.

Il Signore accolga questo nostro fratello e lo ricompensi con abbondanza. La sofferenza che ha caratterizzato buona parte della sua vita sia feconda di frutti spirituali e apostolici per tutta la Famiglia Paolina, specialmente per la Regione che ha servito e amato per tanti anni.

Roma, 4 giugno 2023                                    

 

Don Vito Spagnolo, ssp 


Il funerale sarà celebrato giovedì 8 giugno 2023, nella Cappella delle Pie Discepole a Nogent-sur-Marne. La salma sarà cremata, come da espressa volontà sua e della famiglia, e l’urna sarà deposta nella tomba di famiglia in Sardegna.  

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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Agenda Paolina

18 Julio 2024

Feria (verde)
Is 26,7-9.12.16-19; Sal 101; Mt 11,28-30

18 Julio 2024

* FSP: 1995 a Manaus (Brasile).

18 Julio 2024SSP: D. Francisco Limeta (1993) - Fr. Francesco Torti (2011) - D. Rubén Oscar Nadalich (2016) - D. Angelo Vagnoni (2020) • FSP: Sr. Attilia Giacomarra (1997) - Sr. M. Elena Borghetti (2003) - Sr. M. Battistina Pisoni (2007) - Sr. Eligia Lallai (2014) - Sr. Agnese Zanchetta (2015) • PD: Sr. M. Camilla Razzino (1988) - Sr. M. Rosa Zamudio (2011) • ISF: Cettina Rizzuto Cardinale (2019) - Vito Mazzotta (2021).

Pensamentos

18 Julio 2024

Vi è poi da evitare tutto ciò che è contrario alla carità e cioè: le parole che son di disistima degli altri, le parole che portano scoraggiamento, le critiche non costruttive, le parole che vengono a ferire una persona o un’altra, il modo di parlare che non è conforme alla carità, il modo di trattare, il modo di rispondere (APD56, 461).

18 Julio 2024

Hay que evitar todo lo que es contrario a la caridad, es decir: las palabras que menosprecian a los demás, las palabras que provocan desánimo, las críticas no constructivas, las palabras que hieren a uno u otro, el modo de hablar que no se ajusta a la caridad, el modo de tratar, el modo de responder (APD56, 461).

18 Julio 2024

Then there is to be avoided everything that is contrary to charity, namely: words that ridicule others, words that bring discouragement, non-constructive criticisms, words that hurt one person or another, the way of speaking that does not conform to charity, the way of dealing, the way of responding (APD56, 461).