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Sat, Apr

La preghiera come primo apostolato

Consultando l'Agenda Paolina 2024 nel mese di gennaio, qualcosa ha catturato la mia attenzione. I pensieri dal 3 al 18 gennaio ruotano quasi tutti intorno alla preghiera. Niente di più normale per ricordarci il ruolo che la preghiera occupa nella nostra vita paolina. E il pensiero del 7 gennaio 2024, in particolare, si è concentrato sulla preghiera del Patto o Segreto di riuscita. Recitata per la prima volta il 6 gennaio 1919, questa preghiera ha compiuto 105 anni quest'anno. Ha un'importanza di grande rilievo per la vita paolina.

In questo periodo in cui la Chiesa, attraverso il magistero del Papa Francesco, ci invita alla sinodalità, senza tralasciare il sinodo sulla sinodalità che continua il suo percorso; rimanendo nell'ottica del nostro ultimo Capitolo generale che ci vuole una Congregazione sinodale, vorrei che utilizzassimo la preghiera del Patto o Segreto di riuscita per impregnarci dello spirito sinodale autentico di cui abbiamo bisogno per la nostra vita e la nostra missione. Non dimentichiamoci che tutto parte dalla preghiera. Se ci impegniamo a recitare il Patto o Segreto di riuscita, che è eminentemente una preghiera sinodale, con tale spirito, ogni giorno, molte cose possono cambiare e può avvenire rapidamente la necessaria metamorfosi di cui abbiamo bisogno per vivere da "editori" paolini (cfr. La Lettera annuale 2023-2024 del Superiore generale, don Domenico Soliman).

Siamo una Congregazione sinodale in una Chiesa sinodale

La priorità 3.1 del Documento programmatico dell'ultimo Capitolo ci invita a "assumere la sinodalità come modo di pensare e di operare all'interno della nostra Congregazione, con la Famiglia Paolina, con i nostri collaboratori e con la Chiesa locale, per l'annuncio del Vangelo". È un obiettivo molto bello che richiede sostegno e accompagnamento attraverso la preghiera. Ciò è particolarmente importante perché lavorare in modo sinodale o camminare insieme non è una cosa facile.

Monsignore Valdir José De Castro, allora Superiore generale della Società San Paolo, nella Lettera annuale 2020 su «Una ‘Congregazione sinodale’ a servizio del Vangelo nella cultura della comunicazione», scriveva: «Partendo della parola ‘sinodo’, troviamo i termini greci syn (‘insieme’) e odos (‘cammino’), che ci fanno arrivare al significato di ‘camminare insieme’. Un concetto facile da esprimere a parole, ma non facile da mettere in pratica (…) La grande sfida è – anche se faticosa – passare da ‘una sinodalità occasionale’ a uno ‘stile sinodale’ di Congregazione; trasformare, cioè, la sinodalità in metodo di preghiera, di pensiero, di programmazione e di realizzazione comune, per fare arrivare con efficacia il nostro messaggio ai nostri interlocutori».

Quindi, per 'sentire cum ecclesia' come si propone in questo tempo, dovremmo iniziare facendo della sinodalità un metodo di preghiera. Sappiamo tutti bene che per noi, "la vita in comune è nata dall'apostolato ed è in vista dell'apostolato" (UPS I, 285). Facendo ciò, non dimentichiamoci che "la preghiera è l'anima dell'apostolato. Un apostolato senza anima è inefficace" (Pr A 188) e "chi non dà la prima importanza alla preghiera non merita il nome di religioso, e di fatto non lo è" (UPS II, 9).

Gesù stesso ci dà l'esempio in Mc 1, 35-39; prima di evangelizzare o di svolgere il suo apostolato, si è ritirato per pregare. Siamo chiamati a fare lo stesso per vivere bene la sinodalità. Una delle preghiere paoline che può aiutarci in questo senso, oltre alla celebrazione eucaristica e alla visita al Santissimo Sacramento, è dunque il Patto o Segreto di riuscita, che è una preghiera della fede in Dio di fronte alla nostra nullità (cfr. AD, 158).

 

Il Patto o Segreto di riuscita ci invita alla sinodalità

 

È evidente che il soccorso dello Spirito Santo è necessario per un bel percorso sinodale. «Infatti senza lo Spirito Santo non c’è cammino sinodale» (Atti dell’XI Capitolo Generale, p. 25). Noi comunichiamo con lo Spirito Santo quando preghiamo. Essendo eredi del Beato Giacomo Alberione, compiendo la nostra missione quotidiana, abbiamo un grande tesoro nella preghiera del Patto o Segreto di riuscita. Sono tanti i commenti su questa bella preghiera. Si potrebbe riferirsi al libro «Segreto di riuscita composto e commentato dal Beato Don Giacomo Alberione Fondatore della Famiglia Paolina (1884-1971)», a cura di A. Colacrai e S. M. De Blasio, 5a ed. 2012 (solo in digitale); al punto 6 della Lettera annuale del 2016 del Superiore generale: “La povertà - cammino di libertà, fraternità e servizio”, alla riflessione di don Guido Colombo « Il Segreto di riuscita del Beato Alberione» (Atti del Convegno Ist. “Santa Famiglia” 7-9 dicembre 2018, Ariccia), ecc. Quest’ultimo, per esempio, ci fa vedere che il Patto «non è semplicemente una preghiera devozionale, ma una preghiera che si inserisce perfettamente, funzionalmente, in tutta l’opera religiosa, spirituale, apostolica, che don Alberione ha inteso cogliere dal Signore e che ha tradotto nel complesso e mirabile sistema di fondazioni della Famiglia Paolina».

Il Segreto di riuscita è eminentemente una preghiera sinodale nella sua struttura e ci invita alla sinodalità. Una preghiera da recitare da tutti e ogni giorno, poiché è il segreto di riuscita e nessuno vorrebbe fallire nella propria vita o missione. Come è possibile notare, il Patto o Segreto di riuscita è coniugato al plurale. Come nel Padre Nostro, l’"io" e il "me" non hanno posto in questa preghiera. Fermandoci alla versione italiana attuale, abbiamo identificato dieci verbi che sono alla prima persona plurale : “presentiamo”, “dobbiamo”, “ci vediamo”, “confidiamo”, “promettiamo”, “ci obblighiamo”, “contiamo”, “non dubitiamo”, “temiamo”, “possiamo”!

Ciò implica che, anche se dobbiamo recitarlo da soli, dobbiamo sempre avere in mente gli altri membri della Congregazione e, perché no, dell'intera Famiglia Paolina. Inoltre, i contraenti sono Don Alberione, Don Giaccardo e i Paolini da un lato; Gesù Maestro, che rappresenta Dio Padre e lo Spirito Santo, dall'altro; senza dimenticare i testimoni che sono Maria e Paolo. Quindi, c'è la sinodalità sia verticalmente che orizzontalmente.

Queste ripetizioni del plurale, soprattutto quando si tratta di noi come Paolini o membri della Famiglia Paolina, sono un richiamo alla comunione, all'unità, a un percorso sinodale. Per il Divino Maestro con cui sigilliamo il Patto, viene utilizzato il singolare, ma sappiamo che Dio è Uno e Trino. Quindi, questo singolare, rivolgendosi direttamente a Gesù Maestro e Pastore, si rivolge indirettamente anche a Dio Padre e allo Spirito, vettore della sinodalità. Si capisce che il Patto o Segreto di riuscita richiama la sinodalità tra noi e tra noi con la Trinità Santissima, con Maria Regina degli Apostoli e san Paolo Apostolo.

Un appello a vivere il Patto quotidianamente in uno spirito sinodale

Infine, il Patto o Segreto di riuscita dovrebbe essere vissuto, non solo recitato! Ne abbiamo testimonianza in queste parole del Beato Timoteo Giaccardo: «Ieri sera, il caro Padre ci ha invitati tutti a fare un patto con il Signore, il Patto che ha fatto lui, studiare uno e imparare per quattro» (Diario, il 7 gennaio 1919).

E il pensiero del Fondatore del 7 gennaio 2024 sostiene: «Giova tanto recitare il ‘Segreto di riuscita’: Signore, io sono nulla, sono tanto peccatore, ma voi siete la stessa misericordia, la sapienza eterna, la scienza, ecc., confido in voi, spero tutto e solo da voi» (APD 56, 23).

È noto che alcuni Paolini recitano ogni giorno il Patto, ma per permettere di lasciarci trasformare (cfr. Rm 12, 2) e per chiedere al Divino Maestro uno spirito sinodale, se tutte le comunità prendessero la risoluzione di recitarlo ogni giorno alla fine della messa prima della benedizione finale o prima di concludere l'ora di visita al Santissimo Sacramento, ciò contribuirebbe efficacemente, credo, ad acquisire uno spirito sinodale di cui abbiamo bisogno per la nostra vita comune e per il nostro apostolato

Termino la riflessione con queste bellissime parole di don Guido Colombo: «Pregare il Segreto di riuscita significa riappropriarsi continuamente della propria missione paolina e del proprio essere paolini»!

Agenda Paolina

April 27, 2024

Feria (bianco)
At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14

April 27, 2024

* 2003 D. Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, è proclamato Beato • FSP: 2017 a Tamatave (Madagascar).

April 27, 2024SSP: D. Pancrazio Demarie (1954) - Fr. Salvatore Fabio (1954) • FSP: Sr. Angela Cavalli (2009) - Sr. Giovanna Ballini (2012) - Sr. Nicolina Pastorino (2021) • IMSA: Gaetana Piazzese (2017) • ISF: Pietro Deplano (1991) - Salvatore D’Aprile (2005) - Luigi Cocci (2011).