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Sáb., Abr.

Alle ore 00.30 (ora locale) di mercoledì 1° novembre 2023 è deceduto nella comunità di Cinisello Balsamo a causa di un carcinoma polmonare con metastasi ossee

FRATEL AMEDEO IGNAZIO DAMINATO
81 anni di età, 69 di vita paolina, 61 di professione

Amedeo nasce a Scorzè (Venezia, Italia) il 12 febbraio 1942, settimo di dodici figli, sette fratelli e cinque sorelle, dai genitori Augusto e Ester Vian. Entra nella comunità di Alba il 24 agosto 1954, inizia il Noviziato l’8 settembre 1960, emette la Prima professione religiosa l’8 settembre 1962, assumendo il nome di Ignazio, e si consacra definitivamente con la Professione perpetua l’8 settembre del 1967.

Fratel Amedeo ha vissuto la sua esperienza apostolica, ad eccezione degli anni 1972-76 spesi nella tipografia di Cinisello Balsamo, quasi interamente nel­l’am­bito delle librerie: Modena (1967-68), Catania (1968-70), Bari (1970-72), Milano (1976-80), Genova (1980-83), Milano (1983-87), Torino (1987-1990), Firenze (1990-92), Vicenza (1992-94), Torino (1995-2003), Modena (2003-2004), Milano (dal 2004 fino all’aggravarsi della malattia).

Un confratello, considerando l’impegno apostolico di Fratel Amedeo, così lo ricorda: «Aveva una grande disponibilità nell’accettare trasferimenti da una libreria all’altra, trasferimenti spesso dettati da motivi di necessità che incontravano sempre la sua disponibilità e generosità. Spesso quando ero in difficoltà ricorrevo a lui perché sapevo che non avrebbe fatto molte domande… ma sarebbe andato. Non ha mai fatto obiezioni particolari anche in previsione di situazioni non facili… Credo sia difficile pensare ad una libreria che non sia stata “abitata” da Amedeo, librerie in cui era presente quasi sempre come responsabile. Era molto attento nel servizio al cliente come era pure molto accurato nella riorganizzazione della libreria in cui arrivava. Aveva anche molta facilità e spontaneità nello stabilire rapporti di servizio e amicizia con la clientela».

Scrive un altro confratello: «Ho sempre avuto grande stima della sua correttezza ed onestà: persona sincera e schietta. Accettava le osservazioni che gli si muovevano. Non aveva risentimenti. Ho apprezzato la generosità e la passione con cui ha vissuto il suo apostolato in libreria, che ha frequentato fin che ha potuto. Nonostante l'esperienza, non ambiva a cariche. Era esigente con se stesso. Era una persona che amava la compagnia dei confratelli. Un bell'esempio di persona vera, trasparente, consapevole dei suoi limiti che riconosceva apertamente. Un vero fratello Discepolo”.

Fratel Amedeo era un uomo accogliente e di relazioni, si presentava per quello che era: semplice e sereno, ma anche forte e deciso. Amava la preghiera personale e comunitaria: anche nella malattia, appena poteva, veniva in cappella con la comunità, appoggiava la testa sul banco e si lasciava condurre dalle liturgie comunitarie. Si lasciava accudire da medici e confratelli. Tutti, medici compresi, lo definivano il “paziente tosto”. Del resto, nella malattia, ha riservato sempre sorprese: quando sembrava al capolinea, risorgeva con più vigore… e quando il congedo, nonostante le condizioni precarie, sembrava ancora posticipabile, ci ha salutati, scegliendo la compagnia dei Santi – è morto infatti il 1° novembre, Solennità di Tutti i Santi – per percorrere, con chi era esperto nel guidare verso la meta, il cammino verso la Vita piena.

Con i più giovani sapeva intessere rapporti sereni e fraterni, e da loro attingeva slancio e positività. Dedito all’apostolato – per il quale non si risparmiava (anche nella malattia, se questa gli dava qualche giorno di tregua, chiedeva subito di poter collaborare nel dare una mano nell’ambito della contabilità della comunità) – sapeva comunque ritagliarsi qualche spazio di distensione, personale o fraterna: un giro in bicicletta, una partita a carte, una sfida nei livelli più difficili di sudoku.

In questi ultimi giorni, mentre si parlava della morte comunque vicina, gli è stato chiesto: «Chi desideri vedere appena chiudi gli occhi a questa vita?». Ha risposto, senza esitare: «Il Fondatore! Mi ha accolto quando avevo solo 11 anni e mi ha accompagnato in tutti i passaggi della mia giovinezza con una paternità unica, attenta, sobria e costante». Gli fu risposto: «Non tua mamma?». «No. Mia mamma subito dopo. Prima il Fondatore!». L’ambiente di famiglia gli era comunque molto caro: spesso affiorava il desiderio di qualche giorno a casa, e di quel terrazzo dove, d’estate, si sedeva respirando l’aria della laguna. Ecco Fratel Amedeo: un uomo che ha amato la vita in tutti i suoi aspetti e la vocazione, con tutti i suoi sacrifici, fino alla fine.

Il Signore accolga questo nostro fratello e gli doni il premio eterno che ha tanto desiderato, mentre chiediamo a lui di intercedere per numerose e sante vocazioni di fratelli Discepoli nella nostra Congregazione.

 

Roma, 2 novembre 2023                                   

Don Vito Spagnolo, ssp


La messa funebre sarà celebrata in comunità a Cinisello Balsamo il 2 novembre alle ore 16:00. Il funerale verrà celebrato sabato 4 novembre, probabilmente alle ore 10:30, nella Chiesa di Scorzè (Venezia). La sua salma sarà tumulata nel cimitero cittadino. 

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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* 2003 D. Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, è proclamato Beato • FSP: 2017 a Tamatave (Madagascar).

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L’interno, perché la prima santificazione riguarda la mente e il cuore, e l’interno, la vita interiore, che non è però solamente giaculatorie, la vita interiore è imparare, impiegare bene la mente, è pensare a Dio, acquistare una fede sempre più profonda; e col cuore un amore sempre più intenso verso Dio, verso il prossimo (APD56, 249).

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El interior, porque la primera santificación, concierne a la mente y al corazón, y el interior, la vida interior, que sin embargo no es sólo jaculatorias, la vida interior es aprender, usar bien la mente, es pensar en Dios, adquirir una fe cada vez más profunda; y con el corazón un amor cada vez más intenso a Dios, al prójimo (APD56, 249).

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The interior, because the first sanctification concerns the mind and the heart, and the interior, the interior life, which however is not only ejaculations, the interior life is learning, using the mind well, it is thinking of God, acquiring an ever deeper faith; and with the heart an ever more intense love for God, for the neighbour (APD56, 249).