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Qua., Abr.

Lo scorso 31 marzo 2019 è morto a Tokyo (Giappone) il nostro fratello sacerdote                                                  

DON TOSHIO LUIGI AGOSTINO IKEDA
90 anni di età, 72 di vita paolina, 69 di professione e 61 di presbiterato

Con don Agostino Ikeda se ne va un pezzo importante di storia della Società San Paolo in Estremo Oriente, su cui fin dagli anni ’30 si fissò lo sguardo di Don Alberione, desideroso di portare il messaggio di salvezza con i mezzi della comunicazione sociale fino agli estremi confini della terra. Su incarico dei primi Paolini giunti nel 1934 in Giappone e con lo stimolo dello stesso Primo Maestro – che conobbe a Roma durante gli anni della teologia e che lo incoraggiò a diventare scrittore – don Agostino cominciò a dedicarsi fin da subito alla redazione, apostolato che lo ha accompagnato per tutta la vita. Tanti i libri scritti su vari temi: il martirio dei cristiani di Nagasaki (le cui vicende sono state sceneggiate nel 2016 dal regista Martin Scorsese con il film Silence); la biografia di alcuni missionari europei in Giappone (tra cui P. Villon), che lavorarono sodo per l’inculturazione del cattolicesimo in un contesto buddista e scintoista; la vita dei santi (di recente ne è uscita una edizione riveduta e aggiornata); la storia della Chiesa in Giappone; la traduzione e il commento de Le confessioni di Sant’Agostino, oltre a numerosi opuscoli catechetici e un interessante commento al Decreto conciliare “Inter mirifica”.

Toshio Luigi (quest’ultimo è il il nome di Battesimo) nasce nella Prefettura di Miyazaki, nel Sud-Est del Giappone, il 22 settembre 1928. I suoi genitori danno a  lui e ai suoi fratelli una fede soda e robusta, che sfocerà, dopo la fine della 2^ Guerra Mondiale, nella richiesta di entrare nella Società San Paolo. Varca la porta della comunità di Tokyo-Wakaba il 4 novembre 1946. Ha solo 16 anni, ma già una grande esperienza, seppure tragica, di vita. Condivide, infatti, con il suo popolo l’esito del secondo conflitto mondiale, che lascia il Giappone profondamente prostrato dalla sconfitta e dalle conseguenze delle due bombe atomiche, che hanno raso al suolo Hiroshima e Nagasaki, oltre al morale della popolazione. Toshio vi ha anche partecipato in prima persona, nonostante la sua giovanissima età, adibito ai servizi ausiliari in una scuola dell’esercito e dell’aviazione.

Stimato dai formatori, frequenta il noviziato a cavallo tra il 1948 e il 1949 nella comunità di Tokyo-Akasaka, dove il 23 aprile di quell’anno professa i voti religiosi, assumendo il nome di Agostino. I primi Paolini, don Marcellino e don Lorenzo Bertero sono arrivati in Giappone solo 14 anni prima e già, con l’aiuto della Provvidenza, si affacciano in Casa i primi promettenti giovani. Non male, vista la difficoltà degli inizi. Vista la tempra di Agostino, gli viene affidato l’incarico di Maestro degli aspiranti. Frequenta nel contempo l’università e si laurea in filosofia, ottenendo successivamente la licenza di insegnamento in lingua inglese e in sociologia.

Il 23 aprile del 1952 emette la professione perpetua e l’anno successivo si trasferisce a Roma per frequentare il Collegio Internazionale Paolino. Viene ordinato nella Città Eterna il 7 luglio 1957 per l’imposizione delle mani di Mons. Ettore Cunial, insieme ad altri undici compagni. Quello stesso anno torna in patria, a Tokyo, assegnato alla comunità di Akasaka con compiti di insegnamento nella nostra scuola e di redattore. Dal 1972 al 1976 lo ritroviamo come Superiore a Tokyo-Wakaba, dove, come membro del Centro di spiritualità paolina, comincia anche a tradurre in lingua giapponese gli scritti di Don Alberione, oltre che le Costituzioni della Società San Paolo. Attività che continuerà negli anni seguenti.

Nel periodo successivo (1976-1979) è Vicario provinciale, cui segue un periodo (fino al 1988) come amministratore del “Collegio San Paolo”. Nel frattempo, e fino alla morte, si dedica alla sua missione redazionale, che ha incarnato, grazie alle sue doti intellettuali e alla fede ereditata dai padri e fortificata nel contatto diretto col Primo Maestro, in modo autenticamente paolino, lavorando nel campo dell’inculturazione del messaggio evangelico nello spirito e cultura giapponesi. Oltre ai libri citati sopra, meritano una menzione particolare altri due titoli del suo repertorio: Voglio vivere così. L’incontro tra la mentalità giapponese con lo spirito della Bibbia e Per rinnovare l’anima del Giappone. Saggio di analisi dei costumi e della cultura giapponesi per orientarli mediante la luce della Rivelazione.

Ormai provato dall’età, qualche giorno fa don Agostino, colpito da una polmonite, è stato ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale Hayashi di Tokyo, dove ha reso la vita a Dio a seguito di uno shock settico. Ora, sazio di anni, questo fedele servo del Maestro Divino ha raggiunto la città di Dio, dove, come ci ricorda la liturgia della Parola odierna, «un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo» (Sl 45). Da lassù interceda perché il cammino di rinnovamento intrapreso dalla Congregazione nell’era del digitale possa trovare nuovi spazi missionari.

 

Roma, 2 aprile 2019                        

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


Il funerale avrà luogo alle ore 13.00 (ora locale) di mercoledì 3 aprile 2019 nella comunità paolina di Tokyo-Wakaba. Successivamente le sue ceneri saranno seppellite nella cappella della Famiglia Paolina del cimitero di Tokyo-Fuchu.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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* FSP: 1948 a Bogotá (Colombia) - 1994 a Lagos (Nigeria).

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Dove c’è la carità c’è Dio, e dove non c’è carità, una persona facesse anche prodigi per abilità, per affari, per dominare sugli altri, per insegnare, per farsi ammirare nelle virtù, per compiere opere diverse, più difficili che non le altre, «a nulla mi gioverebbe» (APD56, 263).

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Donde hay caridad allí está Dios, y donde no hay caridad, alguien podría hacer hasta prodigios por habilidad, por negocios, por dominar sobre los demás, por enseñar, por ser admirados en las virtudes, por realizar obras diferentes, más difíciles que los demás, «no me serviría para nada» (APD56, 263).

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Where there is charity there is God, and where there is no charity, a person could also perform wonders because of ability, for business, to dominate over others, to teach, to be admired in virtues, to perform different works, more difficult than the others, “it would be of no use to me” (APD56, 263).