Il periodo dell’Avvento siamo abituati a viverlo con questi tre movimenti: commemorare la prima venuta del nostro Salvatore; preparare la sua seconda e definitiva venuta al Giudizio Universale; e incontrarlo nella sua venuta intermedia nella Parola e nell’Eucaristia e nei diversi eventi e circostanze della nostra vita.

Ma è possibile anche che non abbiamo davvero “visto” né “sperimentato” la prima venuta di Gesù pur celebrandolo ogni anno. Allora, se non abbiamo accolto la prima venuta di Gesù, come è possibile celebrare la sua venuta intermedia in preparazione alla sua seconda e definitiva venuta? Chiediamoci: il nostro ultimo Natale ha apportato alcuni cambiamenti qualitativi nella nostra vita che hanno migliorato il tenore della nostra vita? Realizziamo la nostra vocazione di essere apostoli comunicatori come protagonisti della cultura dell’incontro con gli altri, sia personale che in rete, particolarmente ascoltando i veri bisogni dei nostri interlocutori? Per la nostra casa comune stiamo dando il nostro piccolo contributo per non inquinare l’ambiente con la nostra mentalità dello scarto, per non sprecare le nostre risorse idriche ed energetiche nelle nostre case e comunità? Essere contenti del poco e non del superfluo? Oppure siamo diventati voraci consumatori di oggetti e persino delle fake news o mezze verità?

«Maranathà», «Vieni, Signore Gesù»: ha maggiore senso per noi, mentre ci prepariamo per la prima venuta del Signore nella nostra vita, se a partire dal più intimo del nostro essere, lo desideriamo come se il Signore non fosse ancora arrivato. Possa egli venire nella nostra mente, chiedendo a Gesù-Verità di illuminare e purificare quella parte che non è nel disegno di Dio. «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Tuttavia, quando finalmente arrivò la luce, «gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie» (Gv 3,19). Che la nostra mente sia umile e aperta alla novità che l’Emmanuele ci offre.

Supplichiamo Gesù-Vita di santificare il nostro cuore, i nostri desideri, i nostri sentimenti, come aveva promesso molto tempo fa attraverso il suo profeta: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne» (Ez 36,26). Che il nostro cuore si svuoti del nostro “Io” perché il Bambino Gesù diventi il proprio centro.

Chiediamo a Gesù-Via la stessa buona volontà che Egli ha manifestato nella sua relazione col Padre: «Io non posso far nulla da me stessoperché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 5,30). Che la nostra volontà non sia più la nostra, ma di Gesù tutt’intera.

Come Maria ha custodito e meditato nel suo cuore i misteri di Dio che si dispiegavano davanti ai suoi stessi occhi, anche noi, con la nostra Madre Maria e san Giuseppe, possiamo camminare nella luce e nella grazia del Signore mentre continuiamo la nostra preparazione immediata al Natale.  Possa il Bambino Gesù, nella mangiatoia del nostro cuore, parlarci dolcemente: «Beati voi che ascoltate la mia parola e la mettete in pratica».

Come era già stato profetizzato molto tempo fa, anche noi vogliamo far parte con vivo desiderio di quel «popolo che camminava nelle tenebre e vide una grande luce Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace» (Is 9,1.5).

A tutte e a tutti un augurio di pace e di misericordia dal Bambino Gesù!