Intendo completare il pur rapido sguardo dato nel precedente mio contributo alla complessa realtà ecclesiale che va sotto il nome di Vita Consacrata (=VC), soffermandomi sugli Istituti Secolari di Vita Consacrata, sulle Società di Vita Apostolica e sulle Nuove Forme di Vita Consacrata

Gli Istituti Secolari
Sono stati formalmente riconosciuti dalla Chiesa come forma di VC nel febbraio del 1947 con la Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia di Pio XII. I Membri di tali Istituti, sia clericali che laicali, pur professando i consigli evangelici non vivono in comunità né svolgono attività apostolica in opere proprie dell’Istituto, ma vivono e testimoniano la propria consacrazione operando nelle diverse attività lavorative e impegnandosi per la santificazione del mondo stando nel mondo. Le lontane origini di tali Istituti si fanno risalire ai cenacoli di spiritualità e di impegno evangelico sorti nell’ Europa settentrionale nel tardo medioevo e ispirati alla devotio moderna. Si tratta di un movimento spirituale che, a differenza della spiritualità monastica, esalta la preghiera del cuore e della mente rispetto a quella vocale e liturgica; predica una continua vigilanza su sé stessi per vincere le disordinate tendenze delle passioni che conducono al peccato, e soprattutto pone al centro l’Imitazione di Cristo. Una spiritualità che attraverso la Compagnia di Gesù è stata assunta, di fatto, anche in gran parte delle Congregazioni Religiose fino ad oggi.

Le Società di Vita Apostolica
Sono in qualche modo assimilati agli Istituti di VC. I loro membri vivono in comunità per dedicarsi alle attività di apostolato quali l’educazione, la scuola, ma soprattutto le missioni sia ad intra che ad gentes e professano i consigli evangelici in generale sotto forma di “promessa”. La prima di tali Società si fa risalire all’Oratorio di San Filippo Neri (fondato nel 1575 e approvato nel 1612). Qualche decennio dopo, San Vincenzo de’Paoli darà vita alla Congregazione della Missione (Lazzaristi) per le missioni popolari e la formazione del Clero. Nel 1835 San Vincenzo Pallotti darà inizio alla Società dell’Apostolato Cattolico con l’intento, pionieristico per i tempi, di chiamare i fedeli laici alla cooperazione nell’apostolato e a cui prestò attenzione anche il nostro beato Fondatore.

Nuove forme di Vita Consacrata (NFVC)
Si tratta di un fenomeno apparso in epoca conciliare e che ha interessato per la prima volta il Magistero della Chiesa nell’esortazione post sinodale Vita Consecrata del 25 Marzo 1996 e che, tra il 1963 e il 2000 ha visto l’approvazione di  ben 725 Istituti dei quali 382 di diritto pontificio e 343 di diritto diocesano. Il dato più appariscente in tali NF è rappresentato dal fatto, finora inedito, della simultanea appartenenza di uomini e donne, laici e chierici, sposi e celibi. Un dato, questo, che attende ancora una necessaria valutazione ecclesiologico-giuridica perché, come giustamente si è osservato :”La comunione non si trasformi in confusione”.

E’ indubbio che le NFVC, sorte in un tempo in cui si intravedevano i segnali della crisi che stava per investire la VC, abbiano rappresentato un “passaggio dello Spirito”. Con il loro entusiastico dinamismo hanno incoraggiato le forme tradizionali della VC a non rassegnarsi di fronte alla crisi in atto nel più ampio contesto sociale, economico, politico e religioso e culturale e soprattutto a non ripiegare nella tranquillizzante convinzione: “da noi si è sempre fatto così!” Le NFVC, inoltre, sono di stimolo a superare la stanca ripetitività che mortifica le Comunità e a ravvivare la “vita spirituale” che si concretizza nella preghiera, nella fraternità, nella dedizione alla comune missione.

Accanto a questi dati positivi si osservano, però, alcuni aspetti problematici quali: una certa fragilità fondazionale e identitaria dovuta in qualche caso alla personalità stessa dei Fondatori e alla evidente debolezza psichica e spirituale in alcuni di essi con esiti devastanti. Non poche di queste NF, inoltre, impongono un’ “osservanza” ispirata ad una malintesa radicalità evangelica, ascetismi fine a se stessi e assunzione di visioni “pre”, se non addirittura, “anti” conciliari in campo disciplinare , teologico e liturgico. Problematiche, queste, che hanno indotto la Santa Sede ad intervenire con l’invio di Visitatori e di Commissari.

Pertanto, se le forme tradizionali di VC ricevono salutari stimoli ad incarnare in questo “oggi” il “carisma” trasmesso dai Fondatori, a loro volta le NFVC potranno trarre giovamento dalla sapienza secolare che ha condotto fin qui le forme tradizionali della VC e ad evitare gli errori che hanno portato molte di esse all’ estinzione.


Alberto Fusi, Procuratore Generale della Società San Paolo