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Jue, Mar

L’instrumentum laboris del prossimo Sinodo dei Vescovi − che, come sappiamo, si svolgerà dal 3 al 28 ottobre prossimo – dà un particolare risalto alla Parola di Dio, interpellandoci da vicino nel nostro specifico carisma. Tre i principali riferimenti.

  1. La costatazione dei fatti. Dice il testo: «Le esperienze pastorali di maggior efficacia evangelizzatrice ed educativa presentate da molte Conferenze Episcopali mettono al centro il confronto con la forza della Parola di Dio in ordine al discernimento vocazionale: lectio divina, scuole della Parola, catechesi bibliche, approfondimento della vita dei giovani presenti nella Bibbia, uso degli strumenti digitali che facilitano l’accesso alla Parola di Dio, sono pratiche di successo tra i giovani» (n. 185). Bere alla sorgente è sempre garanzia di freschezza e di qualità. Già nel lontano 20 novembre 1932, in una meditazione alle Figlie di San Paolo, don Alberione sottolineava: «la Bibbia ha in sé una forza, una spinta al bene che nessun altro libro può avere… Se gli altri libri spingono alla virtù, e quindi a chiedere grazia, la Bibbia contiene in sé la grazia perché quel Dio che è la verità è anche la grazia e, se si comunica alla mente, si comunica anche alla volontà e al cuore».
  2. Continua il documento: «Per molte Conferenze Episcopali il rinnovamento della Pastorale passa dalla sua qualificazione biblica e, per questo, chiedono al Sinodo riflessioni e proposte… Varie Conferenza Episcopali fanno notare il valore ecumenico della Bibbia, che può creare convergenze significative e progetti pastorali condivisi» (n. 185). Sappiamo quanto Papa Francesco tenga a tutto ciò, al punto da raccomandare non solo la lettura della Parola di Dio ma anche una domenica interamente dedicata ad essa: la “Domenica della Parola”. Non smettiamo di essere pionieri nell’apostolato biblico e facciamo memoria di quanto sottolineava don Alberione, ripercorrendo la nostra storia, il 25 maggio del 1961: «La prima nostra iniziativa biblica è stata compiuta nel 1921 quando abbiamo stampato la prima traduzione dei Salmi con la traduzione nuova. Questo allora era un passo notevole; prima non vi era nulla di simile. Poi abbiamo promosso la stampa di centinaia di migliaia di Vangeli…»
  3. L’orientamento per il futuro. L’Instrumentum laboris anticipa quello che sarà l’impegno per il domani: «Già Benedetto XVI, come frutto del Sinodo sulla Parola di Dio, chiedeva alla Chiesa intera di incrementare la pastorale biblica non in giustapposizione con altre forme della pastorale, ma come animazione biblica dell’intera pastorale» (n. 186). È quanto abbiamo cercato anche noi di mettere a fuoco nel “Progetto di pastorale biblica congregazionale” inviato recentemente a tutte le Circoscrizioni. Su questo don Alberione aveva idee molto chiare e tenne riflessioni particolarmente forti, come per esempio la meditazione offerta alle Figlie di San Paolo il 26 febbraio 1933: «Se non si fa la Bibbia centro dell’apostolato non lo capirete mai; è come se uno volesse avere la fonte senza avere l’acqua. Dalla Comunione potete anche essere dispensate, ma dalla Bibbia, no; quando vaneggerete, allora ne sarete dispensate. Direte che il Vangelo è difficile; no, non lo è, perché il Signore lo ha fatto proprio per la nostra testa; come ha fatto il pane per lo stomaco, così il Vangelo per la testa. Come ha fatto l’Eucarestia pane della nostra anima, così ha fatto il Vangelo che è il pane del cuore. Senza la sacra Scrittura le Figlie di San Paolo saranno sempre disorientate… Questa non è una di quelle cose che vi si dicono in blocco e poi si possono fare o non fare: dovete, dicevo, farvene una legge».

Che lo Spirito ci aiuti a essere discepoli e annunciatori appassionati della Parola.

 

* Giacomo Perego, sacerdote paolino italiano, è il superiore della comunità di Cinisello-Balsamo e Coordinatore internazionale del Centro Biblico San Paolo.

 

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28 Marzo 2024

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