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Mer, Avr

Nella notte del 10 marzo 2017, alle 2,30 (ora locale), nella comunità di Madrid – Vizconde de los Asilos ha reso la sua anima a Dio il nostro fratello Sacerdote

DON JESÚS JOSÉ ÁLVAREZ GARCÍA
86 anni di età, 71 di vita paolina, 65 di professione religiosa e 48 di sacerdozio

Jesús nasce a Narahio, in Galizia, nel nord della Spagna, il 9 gennaio 1931. La famiglia da cui proviene è profondamente religiosa: negli anni della sua formazione paolina alcuni dei suoi fratelli e sorelle seguono la vita sacerdotale e religiosa. Papà Angelo muore giovane, con i figli ancora piccoli, anche a causa della sofferenza per le persecuzioni patite nella Guerra civile spagnola (1936-1939). Jesús sente presto la chiamata del Signore ed entra nella comunità di Bilbao-Deusto il 21 agosto 1945, a 14 anni. Vive il noviziato a Zalla, dove l’8 settembre 1951, assumendo il nome di José, emette i primi voti, confermati in perpetuo a Madrid-Coslada l’8 settembre 1961. In quella fase iniziale vive con entusiasmo l’apostolato, pur tra qualche malattia che ne rende un po’ faticoso il cammino. Nonostante questo, nella convinzione della bontà della sua chiamata, persevera, sempre accompagnato dal conforto spirituale del Primo Maestro, con cui ha una continua corrispondenza epistolare. Dotato di una certa capacità musicale, negli anni di formazione esercita vari apostolati: tipografia, fotomeccanica, fotografia, direttore di Valentin tin-tan (pubblicazione spagnola per bambini), formatore dei preadolescenti, animatore di canti liturgici e polifonici.

Dal 1965 al 1968 studia teologia a Roma, presso il Collegio Paolino Internazionale, e il 30 giugno 1968 viene ordinato sacerdote nel Santuario Maria Regina degli Apostoli. Al suo ritorno in Spagna, dopo l’Ordinazione presbiterale, è a Madrid-Coslada per la propaganda (1968-1970), a Zalla come vocazionista e formatore (1970-1972; 1973-1977), a Oviedo in libreria (1972-1973), a El Pinar come vocazionista e iniziatore degli Istituti aggregati (1977-1984), a Madrid-Protasio Gómez nella promozione e redazione di Familia Cristiana.

Il punto di svolta lo vive quando, nel 1988, dopo aver manifestato la sua disponibilità alla missione in paesi lontani, viene chiamato da don Renato Perino a contribuire alla nuova fondazione di una comunità a Lima, in Perù. La sua appartenenza alla Provincia Argentina-Cile-Perù (Circoscrizione che, da aprile 2016, è diventata Argentina-Cile-Paraguay) durerà sino al dicembre del 2016, quando, per motivi di salute, preferirà far rientro in Spagna per essere meglio curato. A Lima si ferma fino al 2002, dove svolge anche il servizio di Superiore locale (1999-2002). Ma qui si occupa anche di un apostolato molto paolino: si spende, infatti, nella locale emittente radiofonica e televisiva, raggiungendo con la sua predicazione tantissime persone. In modo speciale in quegli anni si dedica, poi, all’apostolato biblico a favore di migliaia di famiglie peruviane.

Come spesso succede nella vita religiosa, il Signore non gli risparmia “pene comunitarie” ed è sottoposto a non poche incomprensioni e critiche da parte dei confratelli. Ma don Jesús persevera in quella che sente essere la sua specifica chiamata paolina. Così scrive 30 anni fa: «Dobbiamo cercare un dialogo che non si riduca a semplice conformismo, a forme e apparenze, ma abbiamo bisogno di una comunicazione che vada oltre e che raggiunga più in profondità i valori basilari della comunità: l’esperienza di Dio, la comunione fraterna, la missione, l’autorità prestata come servizio, [...] sapendo che la mancanza di dialogo genera blocchi, diffidenze, pettegolezzi, inibizioni, solitudine, individualismo. [...] Lo spazio che si nega al dialogo viene quasi sempre occupato dalle calunnie [...]». Don Jesús, in effetti, si manifesterà sempre abbastanza critico verso alcune realtà apostoliche e comunitarie, ma mai “criticone” o “pessimista a prescindere”.

La svolta che ha segnato il resto dei suoi anni è stato il gravissimo incidente automobilistico subìto a Lima nel novembre del 1999 insieme a fratel Aurelio García, tragico evento in cui perse la vita questo nostro fratello Discepolo. Da allora don Jesús non è stato più quello di prima, cioè estroverso, creativo, brillante. È cominciato, così, un lento e costante percorso di declino fisico, che lo ha portato dal Perù ad altre comunità della Provincia, dove ha disimpegnato vari servizi: Delegato delle Annunziatine a Cordoba (2003-2008) e Buenos Aires-Florida (2008-2011), aiutante in vari servizi comunitari a Santiago del Cile (2011-2016), dove rimarrà prima di fare ritorno in Spagna.

Nella sua Madrepatria ha combattuto contro una malattia incurabile, finché la metastasi non ha invaso il suo corpo, portandolo rapidamente e inesorabilmente all’incontro a quel Maestro Divino che ha servito fin da giovane con dedizione.

Ora che riposa nella pace, lo affidiamo alla Santissima Trinità. Don Jesús interceda per tutte le necessità della Congregazione nel mondo.

Roma, 11 marzo 2017

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


I funerali si sono svolti oggi, 11 marzo 2017, alle ore 12 (ora locale) nella cappella della comunità di Madrid - Protasio Gómez.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


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24 avril 2024

* FSP: 1948 a Bogotá (Colombia) - 1994 a Lagos (Nigeria).

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Dove c’è la carità c’è Dio, e dove non c’è carità, una persona facesse anche prodigi per abilità, per affari, per dominare sugli altri, per insegnare, per farsi ammirare nelle virtù, per compiere opere diverse, più difficili che non le altre, «a nulla mi gioverebbe» (APD56, 263).

24 avril 2024

Donde hay caridad allí está Dios, y donde no hay caridad, alguien podría hacer hasta prodigios por habilidad, por negocios, por dominar sobre los demás, por enseñar, por ser admirados en las virtudes, por realizar obras diferentes, más difíciles que los demás, «no me serviría para nada» (APD56, 263).

24 avril 2024

Where there is charity there is God, and where there is no charity, a person could also perform wonders because of ability, for business, to dominate over others, to teach, to be admired in virtues, to perform different works, more difficult than the others, “it would be of no use to me” (APD56, 263).