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Wed, Apr

Alle 10 (ora locale) del 20 gennaio 2017, nella comunità di Santiago del Cile ha compiuto il suo cammino umano il nostro fratello Discepolo del Divin Maestro

FRATEL PABLO URIARTE LAFUENTE

96 anni di età, 69 di vita paolina, 67 di professione religiosa

Ci lascia con fratel Pablo uno degli ultimi Paolini della terza generazione, autentici pionieri della missione consegnataci in dono dal beato Giacomo Alberione. Dalla storia della sua vita possiamo trarre molti utili insegnamenti, eredità preziosa per noi che, come lui, anche se oggi in un mondo radicalmente trasformato, lavoriamo nell’apostolato della comunicazione sociale. Quello che colpisce leggendo le sue note biografiche è l’entusiasmo e la fede che lo hanno sempre sostenuto, tanto nelle pesanti sfide apostoliche che ha affrontato lungo tutta la sua vita paolina – soprattutto in Cile dove ha vissuto dal 1952 ad oggi – quanto nei difficili momenti che lo hanno avvicinato alla sua morte.

Fratel Pablo nasce a Sarría, nei Paesi Baschi spagnoli, il 2 marzo 1920. È il secondo di nove tra fratelli e sorelle. Il papà José è agricoltore, la mamma Amalia aiuta nei campi e accudisce i figli. L’intenso clima religioso che si vive in casa lo portano a vivere la fede con semplicità, aiutando come chierichetto nel servizio liturgico della sua parrocchia. Fa parte dell’Acción Católica negli anni in cui imperversa la Guerra civile spagnola (1936-1939), che però non lascia particolari tracce nella sua vita. In una sua intervista pubblicata nel 2013 sul nostro sito cileno, confida che la sua vocazione nasce lentamente e che si focalizza solo durante il lungo servizio militare che dovrà svolgere, durato ben sei anni, quando gli nasce nel cuore «l’inquietudine di essere missionario», qualcosa che sente distinguerlo dai suoi amici. Un desiderio destinato ad avverarsi pochi anni dopo.

Al ritorno dal servizio militare riprende la sua attività agricola in famiglia. Alla fine di una Messa, in cui serve come ministrante, incappa in una rivista che parla di una congregazione, la Società San Paolo, che ha una comunità a Bilbao, distante solo 45 chilometri dal suo villaggio. Egli ricorda che vi si recò pochi giorni dopo, nel giorno della festa di Sant’Antonio, e che lo ricevette con cortesia e affabilità don Desiderio Costa. Così fratel Pablo fa ingresso nella comunità di Bilbao: è il 16 settembre 1947 e ha 27 anni di età. Da aspirante esce ogni giorno di villaggio in villaggio in propaganda con un suo compagno, proprio come i discepoli di Gesù. La sua permanenza a Bilbao dura un paio di mesi, perché viene successivamente inviato a Madrid, fino all’estate successiva, per svolgere lo stesso apostolato. In quell’occasione, ricorda fratel Pablo, «don Desiderio mi diede alcuni pesos per comprarmi una valigia e mettere dentro i miei effetti personali». Nell’agosto del 1948, richiamato dai superiori, fa ritorno a Bilbao, dove comincia il noviziato. Qui l’8 settembre del 1949 emette la prima professione. Negli anni successivi è ancora a Bilbao (1949-1951) e, poi per un anno, sempre come propagandista, a León. Il 20 agosto del 1952 scatta la chiamata alla missione, presentita negli anni del servizio militare. Parte così con una nave cargo per l’Argentina, dove giunge alcune settimane dopo. Arrivato in comunità, viene subito destinato a Santiago del Cile, dove lo accoglie don Pascasio Marsigli.

 A Santiago l’8 settembre del 1954 emette la professione perpetua e inizia la sua nuova vita, sempre nella diffusione, questa volta però da libraio (ma sarà negli anni anche aiuto-Maestro e Consigliere provinciale), un apostolato che porterà avanti a lungo, fino a una ventina di anni fa, quando con grande sofferenza deve abbandonare il “campo di battaglia” a causa di problemi alla colonna vertebrale, mai risolti nonostante due operazioni chirurgiche. Fratel Pablo, sempre nell’intervista sopra citata, da buon figlio di san Paolo ricordava con orgoglio come l’apostolato è anche un modo per mantenersi. Nei suoi anni di apostolato ha imparato ad amare il Cile, sua patria di adozione, e soprattutto il popolo cileno. È stato amico, come sovente accade per i nostri librai, di alcuni vescovi. Tra questi menzionava con particolare affetto Mons. Juan Francisco Fresno, Arcivescovo di Santiago dal 1983 al 1989, di cui “predisse” la nomina episcopale.

Negli ultimi anni, come ricorda il Superiore di Argentina-Cile-Paraguay, don Martín Dolzani, fratel Pablo ha vissuto l’apostolato del silenzio e della preghiera, condividendo con i fratelli la gioia della fraternità. Fin dagli ultimi giorni dell’anno scorso era serenamente conscio che per lui “il tempo si era fatto breve”. Ringraziando Dio, la Vergine e la Congregazione per il dono della vocazione, ha ricevuto con fede l’Unzione degli infermi, prima di rendere la sua anima a Dio. Ora, alla vigilia del secondo anno di elezione come Superiore generale della Società San Paolo di don Valdir José De Castro, che fratel Pablo ben conosceva essendo stato suo Superiore provinciale dal 2006 al 2010, affidiamo all’intercessione di questo apostolo il futuro della nostra Congregazione.

Roma, 21 gennaio 2017

Don Stefano Stimamiglio, ssp
Segretario generale


I funerali si svolgeranno oggi, 21 gennaio 2017, alle ore 14,30 (ora locale) nella cappella della comunità di Santiago del Cile. I suoi resti mortali saranno subito dopo seppelliti nel Cementerio Metropolitano di Santiago del Cile.

I Superiori di Circoscrizione informino le loro comunità per i suffragi prescritti (Cost. 65 e 65.1).


ITAESPENG

 

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April 24, 2024

Feria (bianco)
S. Fedele da Sigmaringen, sacerdote e martire
At 12,24A13,5; Sal 66; Gv 12,44-50

April 24, 2024

* FSP: 1948 a Bogotá (Colombia) - 1994 a Lagos (Nigeria).

April 24, 2024SSP: Fr. Paolo Yamano (1982) - D. Pio Bertino (1994) • FSP: Sr. Paula Maria Simoes (1999) - Sr. Modesta Cane (2006) - Sr. M. Fidelis Catapano (2019) - Sr. Mary Guadalupe Martinez (2020) - Sr. M. Lucina Canu (2021) • PD: Sr. M. Fiorella Portale (1990) - Sr. M. Luciana Lazzarini (2018) - Sr. M. Giorgina Butano (2022) • IMSA: Ester Peveraro (2019) • ISF: Italina Torreggiani (2010) - Giuseppe Locastello (2017).

Thoughts

April 24, 2024

Dove c’è la carità c’è Dio, e dove non c’è carità, una persona facesse anche prodigi per abilità, per affari, per dominare sugli altri, per insegnare, per farsi ammirare nelle virtù, per compiere opere diverse, più difficili che non le altre, «a nulla mi gioverebbe» (APD56, 263).

April 24, 2024

Donde hay caridad allí está Dios, y donde no hay caridad, alguien podría hacer hasta prodigios por habilidad, por negocios, por dominar sobre los demás, por enseñar, por ser admirados en las virtudes, por realizar obras diferentes, más difíciles que los demás, «no me serviría para nada» (APD56, 263).

April 24, 2024

Where there is charity there is God, and where there is no charity, a person could also perform wonders because of ability, for business, to dominate over others, to teach, to be admired in virtues, to perform different works, more difficult than the others, “it would be of no use to me” (APD56, 263).