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Fri, Mar

Tutti noi abbiamo seguito con grande interesse lo svolgimento del Sinodo sulla Famiglia lungo il periodo di due anni (2014-2015). Il “metodo sinodale” voluto con forza da Papa Francesco e attuato con un’ampia partecipazione di tutte le componenti ecclesiali nella fase di preparazione dei due Instrumenta laboris e la trasparenza che ha caratterizzato le sessioni dell’Assemblea Straordinaria e Ordinaria hanno portato una ventata di aria fresca nella Chiesa. Si è trattato, pur con gli inevitabili limiti, di un’esperienza dello spirito e di parresia ecclesiale. Quella libertà di spirito e parresia che dovrebbero caratterizzare la vita credente in ogni sua componente, spesso invece inquinata – come emerge anche da molti discorsi di Francesco rivolti in particolare al clero – da arrivismi e secondi fini. Anche la vita religiosa e la stessa vita paolina, che non sono certo esenti da tali rischi, potranno godere di questa ventata di novità nello Spirito se sapranno cogliere l’occasione.

Ma il Sinodo ha portato in eredità alla Chiesa anche un documento, l’Esortazione apostolica Amoris laetitia, che introduce la Chiesa a vedere la coppia in modo nuovo, caratterizzato dall’accoglienza e dalla misericordia, pur senza cedere alle facili “concessioni” che sollecitava il circo mediatico. Mi ha colpito in particolare, leggendo il documento, la sapienza spirituale che traspare da esso e che può animare non solo la vita degli sposi ma anche la nostra stessa esperienza di consacrati.

Un esempio: ai nn. 319-320, in un capitoletto intitolato “Spiritualità dell’amore esclusivo e libero”, Francesco, riferendosi agli sposi, sottolinea la necessità di raggiungere un equilibrio tra il loro «appartenere a una sola persona», esigenza interiore del patto di amore coniugale che caratterizza l’intera esistenza, e la necessaria e sana autonomia da raggiungere, «quando ognuno scopre che l’altro non è suo, ma ha un proprietario molto più importante, il suo unico Signore». Appartenersi senza soffocarsi, si potrebbe sintetizzare. Bilanciamento tra fedeltà al quotidiano vivere insieme e fedeltà a Dio, a cui si appartiene in via esclusiva. Un cammino di maturazione continuo in cui l’amore esclusivo per il coniuge apre il cuore a un rapporto più intimo con Dio, senza che i due termini si contraddicano. Amare senza possedere, cioè amare nella libertà.

Non è così – mutatis mutandis – anche per noi Paolini, chiamati a vivere in comunità, ad occuparci di un apostolato insieme ad altri fratelli chiamati da Dio alla stessa missione? È bello pensare come la vita paolina ci dia la grande opportunità di vivere il nostro apostolato e la comunione con i nostri fratelli senza mai vantare un “diritto di esclusiva” su nulla, ma sentendoci solo proprietà esclusiva di Dio. La nostra chiamata non risiede qui, in questa libertà donata per amore?

Agenda Paolina

March 29, 2024

Passione del Signore (viola)
Astinenza e digiuno
Is 52,13–53,12; Sal 30; Eb 4,14-16; 5,7-9; Gv 18,1–19,42

March 29, 2024

* SSP: 1947 a Santiago de Chile (Cile).

March 29, 2024SSP: D. Felipe Gutiérrez (2004) - Fr. Natale Luigi Corso (2014) • FSP: Sr. Teresa Bianco (1995) - Sr. Guglielmina Oliboni (1995) - Sr. Mansueta Chiesa (2005) - Sr. Lucia Migliore (2007) - Sr. Carla (Clelia) Ferrari (2012) - Sr. Mary Bernadette Fitzgerald (2020) - Sr. Maria Carmen Conti (2020) • PD: Sr. M. Cornelia De Toffoli (1996) - Sr. M. Veritas Montecchio (2017) • IGS: D. Michele Sarullo (1993) • IMSA: Giuseppina Sanfilippo (2009) - Rosetta Budelacci (2022) • ISF: Egidio Pitzus (1997) - Giovanni Sticca (1997) - Antonietta Turco (1997) - Isabel Sabugo (2002) - Giovanni Italiano (2011).