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Sat, Apr

Don Leonardo ZegaCari Fratelli,

per contribuire a rendere omaggio alla personalità di don Zega, faccio riferimento al dialogo telefonico che abbiamo avuto lunedì 4 gennaio 2010. Mi sono messo in contatto con lui per chiedergli, in forma riservata, una breve riflessione scritta che sia una testimonianza, attinta dalla propria esperienza, su come in tanti anni ha vissuto e vive la sua identità sacerdotale e la sua professionalità giornalistica. Ero alla ricerca di una illustrazione del carisma paolino con le convinzioni e l’operato di un’intera esistenza dedicata alla missione come comunicazione giornalistica.

A commento di una delle ragioni che motivava la mia richiesta, senza che potessi terminare la mia frase, ha esclamato: “Sempre mi sono sentito di vivere a pieno il mio sacerdozio in quello che ho fatto: l’essere del Paolino è la comunicazione del Vangelo. Consacrato per la missione, perché la comunicazione è essere, non dire, non fare. Ogni altro impegno  al di fuori della comunicazione è un tradimento dell’Alberione”.

In tanti anni di impegno giornalistico, nei suoi scritti e nel suo modo di dirigere il lavoro degli altri, don Zega ha vissuto, attingendo dal beato Alberione e da San Paolo, il sacerdozio del carisma paolino nella convinzione che con la notizia non si rivela solo “qualcosa”, ma anche “qualcuno” e per questo “dietro la notizia si sente la persona che scrive”. Significative le lettere di riconoscenza che giungevano quando don Zega, direttore di Famiglia Cristiana, redigeva i suoi pezzi e le sue risposte ai lettori: volevano ringraziare il “Padre” che intravedevano dietro il direttore.

Il rigore della professionalità è così adottato per una ragione di comunicazione che don Zega riassume: “Noi dobbiamo comunicare, annunciare, più che convertire: convertire è opera della grazia”. La stessa convinzione di don Zega come sacerdote paolino giornalista si esprime in questi termini decisi. “Se una comunità cristiana non comunica, inaridisce, a maggior ragione una comunità paolina. Quando andiamo a cercare altri carismi, altri “sfoghi”, noi rischiamo di inaridirci e di morire”.

Alla radice di un’attività intensa, costante e intelligente per dare il buon esempio del lavoro e far lavorare con criteri efficaci, vi è in don Zega la motivazione profonda: “Il comunicatore è qualcuno che non dà del suo, riceve e dà, si riempie e trasmette”. Quanti hanno pregato con lui possono essere testimoni della sua quotidiana fedeltà agli impegni spirituali che danno carattere soprannaturale a tutti gli altri aspetti imprenditoriali di cui si serve l’apostolato paolino.

Per pensare con lucidità e vivere con totalità questi ideali di vita paolina, don Zega ha valorizzato la sua personalità umana, le sue convinzioni religiose, paoline e professionali con argomenti e una dialettica che giungeva a vol­te all’intransigenza. È questa la ragione per cui se era chiaro intendere ciò che pensava, non per tutti risultava convincente e condivisibile, ma grazie alla libertà e franchezza del pensare e del dire don Zega, in momenti tristi, per tutti, della storia della Congregazione, ha saputo conservare la dignità di un’obbedienza a testa alta. Tra i protagonisti di queste vicende turbolenti, don Zega vi ha percepito un episodio del delicato equilibrio dell’apostolato paolino già preannunciato da don Alberione: “Non bisogna smarrirsi, ma pregare e puntare verso la nostra indipendenza di attività nella Chiesa, cercando di passare illesi tra goccia e goccia, senza bagnarsi e senza mescolarsi”.

Don Silvio SASSI, SSP
Superiore generale della Società San Paolo

 

Agenda Paolina

April 27, 2024

Feria (bianco)
At 13,44-52; Sal 97; Gv 14,7-14

April 27, 2024

* 2003 D. Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, è proclamato Beato • FSP: 2017 a Tamatave (Madagascar).

April 27, 2024SSP: D. Pancrazio Demarie (1954) - Fr. Salvatore Fabio (1954) • FSP: Sr. Angela Cavalli (2009) - Sr. Giovanna Ballini (2012) - Sr. Nicolina Pastorino (2021) • IMSA: Gaetana Piazzese (2017) • ISF: Pietro Deplano (1991) - Salvatore D’Aprile (2005) - Luigi Cocci (2011).

Thoughts

April 27, 2024

L’interno, perché la prima santificazione riguarda la mente e il cuore, e l’interno, la vita interiore, che non è però solamente giaculatorie, la vita interiore è imparare, impiegare bene la mente, è pensare a Dio, acquistare una fede sempre più profonda; e col cuore un amore sempre più intenso verso Dio, verso il prossimo (APD56, 249).

April 27, 2024

El interior, porque la primera santificación, concierne a la mente y al corazón, y el interior, la vida interior, que sin embargo no es sólo jaculatorias, la vida interior es aprender, usar bien la mente, es pensar en Dios, adquirir una fe cada vez más profunda; y con el corazón un amor cada vez más intenso a Dios, al prójimo (APD56, 249).

April 27, 2024

The interior, because the first sanctification concerns the mind and the heart, and the interior, the interior life, which however is not only ejaculations, the interior life is learning, using the mind well, it is thinking of God, acquiring an ever deeper faith; and with the heart an ever more intense love for God, for the neighbour (APD56, 249).